Pubblicato il 29/08/15 da Neko Polpo

Steins;Gate: la recensione migliore è in un’ altra timeline

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In un’ altra linea temporale, avrei già finito questa recensione da tempo. In questa, una serie di bad event mi ha fatto ritardare fino ad ora. Se avete voglia di leggervela quando è uscita, preparatevi un Phone Microwave (name subject to change) con un microonde e un cellulare e tornate al 5 Giugno 2015, data di rilascio europeo su PS Vita di Steins;Gate.

A parte l’ironia, Steins;Gate è una visual novel incentrata sulle teorie dei viaggi nel tempo sviluppata da 5bp. e Nitroplus. E, fidatevi, in quanto a visual novel mindfuck i giapponesi ne hanno da dire (se non vi fidate, andatevi a leggere lo speciale del nostro Gennaro su 9 Hours, 9 Persons, 9 Doors).

Steins;Gate
Il protagonista Okabe non mancherà di sfondare la quarta parete.

Protagonista della storia è Okabe Rintarō, autoproclamatosi scienziato pazzo con lo pseudonimo di Kyōma Hōōin, che durante una conferenza trova un cadavere. Allertato l’amico Daru con un messaggio, un’anomalia lo porta in una timeline parallela. Capite bene che, per motivi di storia, se vi narrassi di più degli avvenimenti rischierei di spoilerarvi la trama, quindi preferisco lasciarvi da soli nella scoperta della storia e parlarvi dei personaggi principali che incontreremo. L’unica cosa che mi sento di dirvi, che è anche il nucleo della narrazione, è che il protagonista è in grado di ricordarsi le timeline già esplorate.

Okabe sarà spesso accompagnato dall’amico Daru, hacker esperto e inguaribile otaku, e Mayuri, cosplayer con la testa tra le nuvole che metterà a dura prova la vostra pazienza di giocatore, chiedendovi di sopportare continuamente la sua infinita stupidità. Il terzetto è parte del Future Gadget Laboratory, un gruppo di ricerca creato dallo stesso Okabe, che ha come scopo la creazione di gadget volti al miglioramento dell’umanità.

Steins;Gate
I doppi sensi saranno parte integrante della narrazione.

Come feci mesi fa con Cloud Chamber, anziché raccontarvi della trama e dei suoi alti e bassi, preferisco parlarvi degli altri aspetti di questo gioco. Nonostante sia una visual novel con numerosi finali, le scelte per diramare la storia non sono effettuate rispondendo a domande dirette dei personaggi, come accade di consueto nel genere, ma sono effettuate rispondendo ad alcune email che ci arriveranno sul cellulare, elemento chiave nella narrazione, mentre stiamo facendo altro. E, come alcuni giochi ci insegnano, non scegliere è una scelta. Questo metodo, di primo impatto piuttosto criptico, è in realtà molto interessante e sarei curioso di veder sfruttato questo approccio più spesso in un genere che troppe volte è legato alle solite regole. Il gioco ha anche numerosi reference alla cultura otaku e ad argomenti scientifici, per questo molti termini gergali sono inseriti dentro un dizionario interno che si aggiornerà automaticamente con le definizioni delle parole appartenenti a questi slang. Sicuramente una feature utile, quando si tratta di un genere di gioco in cui leggere enormi quantità di testo è la base.

Steins;Gate
Il dizionario integrato fa il suo sporco lavoro, mettendovi in top list le parole più recenti e segnandovi in verde quelle di cui non avete ancora letto la definizione.

Trovo sempre difficile consigliare o sconsigliare una visual novel, visti i pregiudizi che questo tipo di giochi porta con sé, ma ce ne sono alcune che vanno giocate a prescindere, stringendo i denti sopra i cliché del genere. Sicuramente consiglio Steins;Gate agli amanti delle visual novel, ma agli altri? Il problema principale credo sia la cripticità della diramazione via cellulare che potrebbe risultare troppo “di sottofondo” come elemento: chi andrebbe mai a pensare che la storia si può dipartire rispondendo facoltativamente a delle email, giusto? Questa dinamica, seppur intrigante per un appassionato, potrebbe essere un ostacolo per chi vuole approcciarsi al genere, trovandosi magari più in confidenza con una serie di scelte più palesi e legate alla scena in corso. Se invece siete già attratti dal titolo, devo confessarvi di aver preferito di gran lunga questa versione PS Vita: le differenze con la versione PC sono poche, principalmente qualche traduzione e qualche elemento grafico (e un immagine NSFW rimossa), ma la possibilità di giocarlo ovunque grazie ad una console portable è comodissima. Personalmente trovo folle che la maggior parte delle visual novel non si sposti sul mercato portable/mobile, sarà per la somiglianza con il “leggere un libro”, forse.

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