Pubblicato il 31/05/16 da Jacopo Ambaglio

Overwatch – Nerfa ques… anzi no, va bene così

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Bene, iniziamo col dire che scrivere queste righe è una gran questione di forza di volontà, dato che mi stanno togliendo preziose ore di gioco, ma toccava farlo.

Non è cambiato tantissimo dalla beta (vi ripropongo l’anteprima qui), ma qualche miglioria c’è stata, soprattutto nel bilanciamento (ciao scudo di Bastion, non mi mancherai), sta di fatto che il titolo di quell’articolo è stato scritto abbastanza ingenuamente perché, con tutto il rispetto che va dovuto a Team Fortress 2, qui siamo parecchie spanne sopra.

E sì, stiamo ancora parlando di Overwatch.

Oh yeah. (D.Va <3)
Oh yeah. (D.Va <3)

Partiamo dalle basi. Abbiamo a disposizione 21 personaggi giocabili divisi in 4 sottogruppi (attaccanti, difensori, tank, support), ognuno con la propria utilità, le proprie abilità e la propria caratterizzazione e… beh, diamine… è fatto tutto dannatamente bene.

In ogni partita (che si svolgerà 6 vs 6) dovremo barcamenarci tra 4 modalità di gioco, a seconda della mappa, che andranno dalla conquista di punti, alla scorta di un carico. E niente, è tutto qui. Cioè sì, sarebbe tutto qui e la chiuderei volentieri così, almeno torno a drogarmici, ma mi dicono che devo cercare di dire perché è così figo, quindi tocca andare avanti.

Non è facile “spiegare” un FPS che fa del suo principale punto di forza la caratterizzazione dei personaggi, perché può essere facile dire: “Eh, è un FPS, se ti piacciono ci giochi, altrimenti lascialo perdere“. Ecco, no, non è assolutamente così. Già al primo impatto Overwatch regala un feeling totalmente diverso da quello che ci si aspetta da uno “spara spara in prima persona” e non è assolutamente detto che se vi fanno schifo Call of Duty e Counter-Strike, il titolo Blizzard vi dia la stessa sensazione, anzi.

Scordatevi di poter vincere una partita da soli. Questa è la croce e delizia di questo titolo. Il gioco di squadra è tutto, e almeno il 30% della vittoria del match si gioca nella champion selection con la formazione della squadra, cercando di costruire non solo un team coeso, ma di costruirlo coerente alla mappa che si sta andando ad affrontare. Questo fa capire al volo quanto la comunicazione sia fondamentale ed è chiaramente meglio giocarlo in compagnia dato che, nella chat vocale messa a disposizione dal gioco, solitamente regna il silenzio.

È anche vero che per ora non esiste una modalità competitiva a rank, ma solo le partite rapide, le partite d’allenamento contro l’AI e gli eventi settimanali, quindi possiamo dire che un po’ la gente non prende davvero sul serio un’eventuale sconfitta.

Direi che le opzioni per costruire una buona squadra non mancano.
Direi che le opzioni per costruire una buona squadra non mancano.

Va dato particolare merito alla schermata qui sopra, perché spesso si dice “Sì ok, 21 pg, utili quanti?”

Beh, utili tutti. Bisogna dirlo, non è facile creare un gioco con ben 21 personaggi (sicuramente aumenteranno in futuro) e trovarseli TUTTI contro o in squadra insieme nel giro di 2-3 partite. Vuol semplicemente dire che ognuno ha davvero un’utilità, è davvero situazionale e la possibilità di poterlo cambiare quando si vuole (al prezzo dell’azzeramento della barra di caricamento della ultimate) rende il tutto sempre vario e obbliga a modificare continuamente la conformazione del proprio team in cerca del counter adatto ad affrontare il set up avversario.

Passando a faccende più tecniche è graficamente ineccepibile, piacevole e coloratissimo, ma adatto a PC di quasi tutte le tasche, anche se su macchine poco incisive può subire dei cali di framerate a causa del caos provocato da varie tecniche e ultimate messe in campo insieme (ci sono pur sempre 12 personaggi in campo contemporaneamente).
Proprio questo caos può far storcere il naso a qualcuno: quando ci si ritrova in mezzo all’autodistruzione del mech di D.va, mentre sta arrivando un Bastion in ultimate contemporaneamente ai draghi di Hanzo che vi arrivano in faccia da una parete la strategia conta poco, semplicemente non capite cosa diamine stia succedendo.

Un Tracotanza con Winston che dichiara "ci penso io".
Un Tracotanza con Winston che dichiara “Ci penso io“.

Leggo molti lamentarsi dei problemi di bilanciamento, ma non mi trovano particolarmente d’accordo: c’è sempre modo di contrastare qualunque formazione avversaria, basta solo avere un party che abbia voglia di collaborare. Se proprio devo trovare qualcosa che non mi quadra perfettamente è la velocità di ricarica di alcune ultimate: Torbjorn e Hanzo ci mettono davvero poco a ricaricarle e, soprattutto nel caso di più “copie” in campo, essendo 2 mosse che possono ribaltare un’intero assalto da sole, possono essere una spina nel fianco mica da ridere.

Prendendo spunto da quanto appena scritto, ho già detto come si possa cambiare eroe nella propria base tutte le volte che si vuole senza alcuna limitazione. L’assenza di limitazioni vale anche per le copie degli eroi in gioco. Volete fare un team di 6 D.Va? Potete. Volete fare un team difensivo di 6 Bastion? Potete. Non so quanto possa pesare sul bilanciamento effettivo essendoci ancora solo partite rapide, senza una vera e propria modalità competitiva, ma forse, almeno per motivi di coerenza, una piccola restrizione qui andrebbe messa, ma toccherà vedere con le ranked come girerà la faccenda.

Toh, crepa.
Toh, crepa.

Aggiungete a tutto questo il fatto che alla fine di ogni partita riceverete punti esperienza in base non solo alla vittoria o alla sconfitta, ma con aggiunta di vari bonus, in relazione alle vostre prestazioni, che vi permetteranno di salire di livello sbloccando dei forzieri contenenti svariati bonus grafici random da applicare ai vostri personaggi (skin, escalamazioni, emote e via dicendo). Oltre a ciò verrà proclamata la migliore azione della partita che sarà riproposta a tutti i partecipanti al match sottoforma di highlight. Questo, tra l’altro, è uno dei punti da migliorare perchè beccarsi anche per 3 partite di fila la solita ultimate di Junkrat che ammazza 4 persone insieme dopo averla tirata totalmente a caso da dietro un angolo dopo un po’ diventa fastidioso.

Per chi è quindi Overwatch? Un po’ per tutti, anche per chi si avvicina al genere per la prima volta. C’è sempre quel gioco che ha quel qualcosa in più in grado di appassionarvi anche se il genere è la vostra nemesi – tipo io, gli stealth e Dishonored – e Overwatch potrebbe essere proprio il titolo giusto tra voi e gli FPS.

ruka

Il secondo parere di Ruka

Contrariamente a quanto si possa pensare, Overwatch non è un titolo semplicissimo da passare al setaccio in una recensione, in quanto esso presenta una moltitudine di sfaccettature che spesso sfuggono ai più superficiali, i quali tendono a bollarlo come semplice clone di Team Fortress 2.
Nulla di più errato: sebbene la base sia quella del titolo Valve, la varietà di personaggi ed il loro utilizzo ostentano decisamente il contrario durante le agguerrite partite in multiplayer, le quali fanno del gioco di squadra il loro punto cardine. Giocare in un team affiatato (preferibilmente connesso in voip) può fare la differenza e cambiare completamente l’esperienza di gioco da quello che inizialmente sembrava l’ennesimo dei first person shooter ad un vero e proprio vortice di assuefazione destinato ad inghiottire tutte le parti convolte. Parlando più nello specifico dei personaggi, essi sono tutti sbilanciati se li si infila in un fps canonico, ma trovano pane per i propri denti nel momento in cui hanno una controparte a dargli filo da torcere: Overwatch infatti si gioca molto sul counterpick, ossia la pratica di cambiare eroe nel corso della partita per far fronte alle resistenze e debolezze degli avversari. A circa una settimana di distanza dall’uscita, vi sono ancora discussioni sul fatto se il titolo sia competitivo o meno e quindi adatto all’esport, ma dal canto mio posso solo dire che la gente sbaglia a paragonarlo ai soliti fps arena o Counter Strike, entrambi basati soltanto sulla mira. Questo perché Overwatch rinuncia in parte alla “pura skill” per abbracciare un gameplay più strategico e ragionato, ereditato dai moba, senza però negare la frenesia all’azione. È un titolo perfetto quindi ? Assolutamente no: le sue principali magagne le deve al design di alcune mappe, che spesso tendono ad avvantaggiare la squadra intenta a difendere o ad attaccare, ed il numero delle stesse (sono dodici, un po’ di più se si pensa che alcune di esse sono suddivise in parti). Concludo dicendo che dall’esterno, quei 39,99€ sembrano decisamente troppi (ignorate la Origins, 20 euro in più di skin non li vale), ma una volta trovato il vostro team e compreso a fondo le meccaniche di gioco, non riuscirete più a staccarvici.
E continuerete a buttare giù il calendario per Bastion, ad odiare quella Widowmaker seminascosta chissà dove, ad inveire contro McCree e le sue maledette granate stordenti, ma in tutto ciò non potrete fare a meno di giocare ancora, ancora e ancora…

 

 

premi_OVERWATCH

  • Coloratissimo
  • Bilanciato
  • Il margine di miglioramento infinito

 

  • Highlight da rivedere
  • Si aspetta la modalità competitiva

 

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Ipah - Biografia

Aspetta, faccio la presentazione standard da recensore navigato. Cresciuto coi videogiochi che quando ho cominciato io proprio levati, si giocava a Pong coi sassi. L'abilità videoludica di Faker unita al senso critico di Matt Preston.

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