Pubblicato il 26/02/16 da Neko Polpo

Megadimension Neptunia VII – Welcome to the Nep Gen!

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Quello di Neptunia non è forse il franchise più facile da descrivere, né quello più amato dai JRPGisti incalliti: tutto questo principalmente per via della realizzazione low budget che ormai contraddistingue gli episodi della serie, la quale influisce negativamente sul giudizio di videogiocatori e stampa, evidenziando la superficialità con cui questi ultimi spesso si approcciano a tali prodotti. Basta però un minimo di cultura videoludica, principalmente relativa ai prodotti nipponici, per accorgersi che che i titoli della serie sono pensati per un pubblico tutt’altro che ignorante in materia, capace di godersi la miriade di easter egg e frecciatine sul mondo dei videogiochi passati e presenti, senza però farsi influenzare dallo scarno profilo grafico.
Non fraintendete però, il comparto tecnico di Megadimension Neptunia VII è, ancora una volta ed innegabilmente, arretrato e sebbene piccoli miglioramenti siano ben visibili qua e là, esso non vuole e non può essere l’elemento a cui ruota attorno tutta l’esperienza di gioco. Al contrario, il gameplay di sempre sembra essere passato finalmente al setaccio, permettendo agli sviluppatori di Compile Heart  di lavorarci al fine di limitare od eliminare tutte quelle legnosità riscontrabili negli episodi precedenti, espandendone quindi gli elementi a favore di una maggior profondità dell’insieme.
Tutto questo contornato dalla solita miriade di dialoghi che spaziano dal puro fanservice alle più improbabili ed astruse citazioni, dando comunque il giusto spazio alla trama e risultando così, a patto di passare sopra i numerosi cliché tipicamente nipponici, interessante e divertente da seguire.

Come sempre, le scene d'intermezzo sono in stile visual novel.
Come sempre, le scene d’intermezzo sono in stile visual novel.

La povera Neptune ormai, sembra averci fatto l’abitudine nel viaggiare tra gli universi paralleli: dopo il ritrovamento e la successiva accensione di una vecchia e polverosa console, l’irriverente protagonista, assieme alla ben più pacata sorellina Nepgear, viene risucchiata in un vortice dimensionale e catapultata nuovamente in una Gamindustri alternativa.
Questa volta però, le cose sembrano essere andate un bel po’ peggio del solito e ad accogliere le due CPU di Planeptune è una landa desolata ricca soltanto di macerie e detriti, in quello che sembra tutti gli effetti uno scenario apocalittico. Le due ben presto apprendono che il disastro è stato causato da Dark Purple, un gigantesco robot la cui furia distruttiva pare inarrestabile e, nella disperata ricerca di sopravvissuti, finiscono per imbattersi in Uzume Tennouboshi, intenta a combattere da sola le orde di mostri, robottone incluso, che ormai infestano il pianeta sul quale ella è l’unico essere umano ancora in vita.
Da tale premessa scaturiranno una serie di eventi più o meno imprevedibili, il tutto scandito da una trama, suddivisa in tre archi ben distinti, dalla durata complessiva di una quarantina di ore: su questo piano non si può che denotare una migliore ripartizione di gag e momenti seri rispetto a quanto visto in passato, conferendo ai dialoghi quel ritmo narrativo che avvicina questo Neptunia più a Fairy Fencer F che ad un episodio precedente.
Dialoghi che, ancora una volta, vengono mostrati al giocatore sotto forma di visual novel e, sebbene non manchino cutscene vere e proprie realizzate col motore di gioco, a farla da padrone durante gli scambi di battute tra personaggi sono sempre e comunque le splendide illustrazioni di Tsunako.

Nella foto: dei cabinati sfasciati ed un Game Gear sorridente.
Nella foto: dei cabinati sfasciati ed un Game Gear sorridente.

Tra una scenetta d’intermezzo e l’altra, per procedere nel gioco sarà necessario esplorare e completare i vari dungeon che in questo nuovo capitolo risultano più intricati e dettagliati rispetto al passato, presentando un buon numero di diramazioni che danno un senso all’esplorazione nella ricerca di tesori e materiali. Ciononostante, non mancano labirinti riciclati dai vecchi giochi e ciò fa storcere un po’ il naso a chi, come il sottoscritto, li ha giocati tutti e si vede ripresentare i medesimi ambienti anche stavolta.
Tornano poi i mob visibili sul campo, permettendo quindi al giocatore di iniziare il combattimento con un vantaggio previo attacco alle spalle o svantaggio nel caso succeda l’inverso: una volta entrati in battaglia, è facile appurare come gli sforzi di Compile Heart si siano concentrati sullo svecchiare il battle system, ora dalle venature più strategiche grazie alla maggiore importanza data al posizionamento delle unità. Oltre al solito sistema di attacchi pesanti (Power) e leggeri (Rush) infatti, fanno capolino le Formation Skill, ovvero particolari abilità che si attivano soltanto se i membri del party sono in una ben precisa formazione e hanno la barra EXE, che si svuota all’inizio di ogni combattimento e va nuovamente riempita a suon di mazzate, carica al punto giusto.

Altra novità da segnalare in ambito battle system, è la presenza di una seconda trasformazione oltre alla classica Hard Drive Divinity, ossia la Next Form, che permette di utilizzare abilità dedicate, oltre all’ottenimento di un deciso boost sulle statistiche. Tutto il resto è bene o male uguale a quanto visto da Mk2 in poi, per cui i giocatori di vecchia data si troveranno immediatamente a loro agio e, anzi, potrebbero addirittura venire infastiditi da un tutorial sì esaustivo, ma povero di innovazioni di rilievo per i veterani della saga.

Sebbene non manchino ambienti riciclati, i nuovi dungeon sono gradevoli alla vista.
Nonostante la grafica, i nuovi dungeon sono molto gradevoli alla vista.

Piccola nota sulle battaglie coi boss, ora suddivise in due tipologie. La prima riguarda i boss “a misura d’uomo” che, vista la sparizione della barra Guard – ora l’attacco standard varia a seconda dell’arma equipaggiata e non è più dedicato allo spezzamento della guardia – andranno prima attaccati in alcuni punti precisi per fargli perdere pezzi d’armatura o parti del corpo, in modo da provocare loro seri danni. Nel secondo caso, invece, le nostre beniamine avranno l’arduo compito di affrontare le temibili Dark CPU, esseri dalle dimensioni più che generose, capaci di infliggere enormi quantità di danni.
Per fare cadere quindi queste bestiole, il campo di battaglia si allargherà tutto attorno ad esse e bisognerà saltare “da isola ad isola” per evitare un wipe immediato del party, passando all’offensiva poi con le abilità classiche o quelle di formazione.

Fuori dai combattimenti, vi è la solita miriade di attività extra come la gestione dei Lily Rank, il ritrovamento e l’utilizzo dei Plan, lo Stella’s Dungeon, i boss opzionali e la seconda run che vi consentirà di vedere gli altri finali.
Contenutisticamente parlando, il titolo si difende abbastanza bene, non raggiungendo mai le vette dei capostipiti del genere, ma divertendo comunque grazie ad un battle system ora rifinito ed a tutti gli elementi di contorno che da sempre contraddistinguono i giochi della serie. Sul comparto tecnico si poteva fare decisamente di più, magari evitando qualche riciclo di troppo e concentrandosi sull’ampliare la mole poligonale in generale, assieme al miglioramento di alcune animazioni, poiché tolto il bloom costante, sembra di giocare ad uno qualsiasi dei Re;birth. Sul fronte audio invece, il titolo si salva ampiamente con una colonna sonora orecchiabile e azzeccata, un buon doppiaggio anglofono/nipponico ed effetti sonori nella norma.
In definitiva, Megadimension Neptunia VII rappresenta il nuovo picco raggiunto dalla serie: non mancherà di soddisfare gli appassionati, ma potrebbe deludere chi invece ci si avvicina per la prima volta con aspettative fin troppo elevate. In ogni caso, siamo di fronte ad un JRPG ben costruito, il cui unico limite è rappresentato dallo scarso budget degli sviluppatori, ma che in futuro potrebbe evolversi in qualcosa di migliore proprio grazie alle vendite dei capitoli approdati su Steam.
Per salvare l’ennesima Gamindustri vi basta acquistare il gioco in versione digitale sul PlayStation Store (59,99€) o in copia fisica su Amazon o dal vostro rivenditore di fiducia.

E ricordate di essere sempre devoti a Noire.

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  • Buon battle system
  • Discreta longevità
  • Belli i nuovi dungeon...

 

  • ...un po' meno i vecchi
  • Comparto tecnico povero
  • Ripetitivo

 


 

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