Pubblicato il 05/08/15 da Neko Polpo

Speciale: 9 Hours, 9 Persons, 9 Doors

Con il recente annuncio di Zero Escape 3 da parte di Aksys mi sembrava doveroso creare uno speciale che parlasse di questa saga. Questo speciale sarà suddiviso in ben 2 articoli, il primo riguardante 9 Hours, 9 Persons, 9 Doors ed il secondo riguardante il sequel Virtue’s Last Reward.

In questo primo speciale parlerò dunque del primo capitolo della saga uscito su Nintendo DS esclusivamente in Giappone e Nord America e purtroppo mai approdato in Europa, anche se è disponibile il port per iOS che però taglia le poche fasi di enigmi, trasformando il gioco in una visual novel pura.

9 Hours, 9 Persons, 9 Doors nasce dalla mente di Kotaro Uchikoshi, sviluppatore principale della saga, e tratta delle vicende di nove persone rinchiuse all’interno di una nave che affonderà in 9 ore. L’unica via di fuga è vincere superare il Nonary Game, un gioco a dir poco malato diretto da Zero: una losca figura il cui volto è coperto da una maschera antigas. Abbiamo quindi nove persone rinchiuse che non sembrano conoscersi, 9 ore per evitare di affondare insieme alla nave e lo scopo del Nonary Game è quello di uscire dalla porta numero 9, risolvendo enigmi durante il percorso.

Ma in cosa consiste il Nonary Game? Ogni giocatore disporrà di un orologio con sopra scritto un determinato numero e lo scopo del gioco è quello di attraversare l’ultima porta, la porta con su scritto il numero 9. Per “vincere” si dovranno anche rispettare delle regole e la punizione in caso di infrazione è la morte tramite una bomba celata all’interno del nostro stomaco, pronta ad esplodere al momento opportuno. Due delle regole più importanti riguardano il fatto che solamente dalle 3 alle 5 persone possono entrare in una porta, inoltre la “radice digitale” dei numeri registrati per accedere alla porta deve essere uguale al numero della porta.

Junpei, il protagonista, avrà un orologio con il numero 5.

Cos’è la radice Digitale?-

La Radice Digitale è un concetto su cui 9 Hours, 9 Persons, 9 Doors pone le sue basi. Per entrare in una porta la radice digitale deve coincidere con il numero della porta stessa. Sappiamo quindi che una porta può esser attraversata dalle 3 alle 5 persone ed ogni persona ha un numero su un orologio: se, ad esempio, abbiamo davanti la porta numero 4, per entrare possiamo passare con i numeri 9, 3 ed 1 in quanto 9+3+1=13, da cui 1+3=4.

L’uso della radice digitale ci costringerà quindi a separarci costantemente in vari gruppi: non staremo mai insieme alle stesse persone in tutte le stanze. Queste sono le solide basi sulle quali si poggia il gioco.

9 Hours, 9 Persons, 9 Doors ha diversi aspetti che lo rendono una visual novel affascinante, ambientazione e narrazione in primis. Riguardo la prima inutile dire che il clima generale è tremendo (in senso positivo): il gioco vi terrà costantemente in ansia sia per la paura di affondare insieme alla nave, sia per ottime descrizioni. È un gioco che fa del suo punto forte la descrizione: ogni minuscolo dettaglio nel gioco è descritto in un modo da farlo sembrare quasi reale e persino guardare del semplice sangue può risultare raccapricciante. La trama non è assolutamente nulla di scontato: tra plot twist e quant’altro il gioco vi terrà costantemente con gli occhi sullo schermo del vostro Nintendo DS. Imprevedibilità è senza dubbio la parola chiave del gioco.

Le nove persone costrette a giocare al Nonary Game.

Come si può immaginare, le stanze con enigmi del Nonary Game saranno 9 e, come già accennato, le affronteremo a gruppi di personaggi e, vista la ramificazione della storia, sarà impossibile esplorarle tutte in un unica partita. Ogni stanza avrà enigmi unici, sempre ben congegnati e interessanti anche se alcuni sono decisamente troppo facili, riducendo così questa fase di gameplay al minimo. Ovviamente ci saranno stanze più impegnative ed altre più semplici, ma in linea generale la difficoltà del titolo non è elevatissima.

In 9 Hours, 9 Persons, 9 Doors sono presenti 6 ending diversi, di cui molti finiranno piuttosto male. Ma non fatevi spaventare dai cosiddetti bad ending: raggiungerne uno non equivale ad un game over, anzi, ci permetterà di conoscere meglio alcuni personaggi. Si può dire anzi che il gioco è considerato completato solo una volta che avrete visto tutti i finali, ognuno preceduto dal suo percorso. Qui puntare direttamente al true ending è il modo errato per approcciarsi al gioco: il mio consiglio è infatti quello di lasciarlo per ultimo. L’unico difetto al riguardo è purtroppo il modo in cui vengono gestiti i finali: finito il gioco, si dovrà reiniziare da capo. Vero è che il gioco ci viene incontro con una funzione di velocizzazione: le vagonate di testi già letti verranno accellerate ad una velocità incredibile, perdendo quindi solamente qualche minuto del nostro prezioso tempo. Le stanze con gli enigmi dovranno comunque essere rigiocate in caso scegliate la stessa della partita precedente, ma se le avete risolte precedentemente non avrete altri problemi nel risolvere di nuovo. La funzione di accelerazione è piuttosto intelligente comunque e si fermerà automaticamente davanti ad un testo che non avete incontrato nelle partite precedenti.

Coloro che hanno sulle spalle il peso di tante visual novel giocate nel passato, saranno a conoscenza del fatto che in questo tipo di giochi non sempre si riesce ad arrivare in modo semplice e diretto al finale conclusivo. 9 Hours, 9 Persons, 9 Doors non fa eccezione e, seppure gli appassionati di giochi del genere non avranno difficoltà, coloro alle prese con una visual novel potrebbero incontrare qualche difficoltà. Il mio consiglio è quello di utilizzare un walkthrough in questo caso, come estremo rimedio ad un eventuale abbandono del gioco.

Virtue’s Last Reward risolve in un modo eccellente i difetti legati agli endings di 9 Persons 9 Hours 9 Doors.

Oltre alla straordinaria ambientazione e narrazione, un altro dei punti vincenti del gioco è senza dubbio l’azzeccatissima soundtrack composta da Shinji Hosoe. L’intera OST di 9 Hours, 9 Persons, 9 Doors trasuda ansia da ogni singolo poro. Ogni singola traccia si adatta per perfettamente al mood del gioco, tracce per i momenti emotivi comprese. La colonna sonora è coerente con tutto il gioco e sicuramente è uno degli aspetti che rendono questo gioco memorabile. Qui di seguito vi lascio la traccia secondo me più terrificante del gioco, ma non fatevi prendere dalla mano spoilerandovi tutta la soundtrack: giocatelo!

In conclusione 9 Hours, 9 Persons, 9 Doors è un gioco che fa del suo punto forte la narrazione e l’atmosfera. Pur prevalendo le parti narrative su quelle riguardanti gli enigmi il gioco risulta godibilissimo da giocare. Inutile che chi trova faticoso un gioco dove si legge per la maggior parte del tempo forse non rientra nel target di questo titolo. Se invece siete alla ricerca di una delle migliori visual novel disponibili su Nintendo DS, allora è l’esperienza che fa per voi. Ricordandovi che giocare Virtue’s Last Reward prima di 9 Hours, 9 Persons, 9 Doors è illegale e punibile con il ban dall’universo.

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