Pubblicato il 25/03/24 da Fahrenheit

Brothers: A Tale of Two Sons Remake – Recensione

La storia di due fratelli e del loro viaggio
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I ricordi che mi legavano a Brothers: A Tale of Two Sons erano purtroppo svaniti col tempo.

Fino a qualche giorno fa l’unica cosa che ricordavo a riguardo era la sensazione di malinconia e tristezza, senza però ricordarne le motivazioni. Nonostante ai tempi apprezzai molto il gioco (e di ciò sono sempre stato sicuro al 100%), con il passare degli anni ho dimenticato ogni cosa inerente alle vicende e alla storia. Una situazione davvero assurda, anche perché se qualcosa finisce col piacerci, solitamente la nostra mente non elimina i ricordi che ci legano ad essa, no?

In passato mi ero prefissato di rigiocare il titolo ma con il poco tempo a disposizione non sono mai riuscito nel mio intento. Quando il remake di Brothers: A Tale of Two Sons venne annunciato infatti, trovai divertente la cosa e allo stesso tempo mi dissi che dovevo cogliere l’occasione al volo.

Ed infatti questa volta sono rimasto fedele a me stesso ed ho sfruttato appieno l’opportunità.

Lasciate quindi che vi parli del remake di Brothers: A Tale of Two Sons.

La narrativa di Brothers: A Tale of Two Sons

Partiamo col dire che qualsiasi accenno a personaggi o vicende potrebbe effettivamente essere considerato spoiler. Il gioco fa della narrativa il suo punto di forza, per queste ragioni eviterò di specificare e rimarrò il più vago possibile.

Brothers: A Tale of Two Sons è un videogioco d’avventura ambientato in un mondo fantasy, che racconta le vicende di Naia, Naiee e del loro viaggio. I due dovranno recuperare un “oggetto” nascosto in un albero ai confini del mondo, o almeno questo è quello che narra la leggenda. Non vi racconterò né i perché né le motivazioni che spingono i due fratelli a partire, quello che vi posso confermare però, è che ne verrete a conoscenza fin da subito.

La prima schermata del gioco, per nulla casuale.

L’immagine che potrebbe sembrare una di quelle schermate d’avviso che ad oggi troviamo in moltissimi titoli, rappresenta perfettamente il gioco. Brothers: A Tale of Two Sons infatti, possiede una forte narrativa in cui i sentimenti del giocatore verranno continuamente messi alla prova.

Il linguaggio usato nel gioco è una reinterpretazione del libanese arabo, lingua parlata dal precedente game director Josef Fares. Questa scelta potrebbe inizialmente farvi storcere il naso, ma vi assicuro che dopo pochi minuti di gioco cambierete subito idea. Il titolo inoltre, punta a coinvolgere il giocatore in maniera diretta attraverso l’uso di “versi” e gesti. Quest’ultimi saranno ancor più importanti e giocheranno un ruolo chiave nella comprensione delle vicende narrate.

L’obiettivo dell’opera è quello di suscitare nel giocatore delle emozioni in continuo contrasto, affinché queste generino una differente prospettiva che cambia a seconda dell’individuo.

Gameplay e interazioni con il mondo di gioco

L’avventura che ci aspetta in Brothers: A Tale of Two Sons è pensata per essere giocata in solitaria. La modalità co-op è presente ma qualora si volesse switchare sarà il gioco stesso a sconsigliarcelo. Durante la storia muoveremo noi i due fratelli tramite l’utilizzo degli stick analogici, ed è il loro cooperare costantemente a definire il gameplay.

Naia il maggiore e il più forte dei due, tornerà utile in tutte quelle situazioni in cui dovremmo spingere, tirare o fare da appoggio al suo fratellino, affinché questo possa raggiungere spazi più elevati. Naiee invece, sarà fondamentale per passare attraverso spazi ristretti come ad esempio barre di ferro, o per sgattaiolare alle spalle dei nemici e recuperare oggetti.

L’elemento più importante però, sono le interazioni con il mondo di gioco. Questa meccanica arricchisce il gameplay donando a Brothers: A Tale of Two Sons un valore in più. All’interno del gioco sono presenti molti elementi con i quali i due fratelli potranno interagire, così facendo impareremo a distinguerli e a conoscerli meglio.

Naia e Naiee modificheranno i loro modi di fare e di relazionarsi nel corso del viaggio, osservarli più da vicino quindi, ci permetterà di avere una visione finale dell’insieme più ampia.

Brothers: A Tale of Two Sons e il significato del viaggio

Oggi la parola viaggio possiede tantissimi significati che cambiano a seconda del luogo e del contesto. Durante la propria vita molte persone viaggiano per svariati motivi, e alle volte alcune di queste decidono di non tornare più. Un viaggio spesso rappresenta un vero e proprio punto di non ritorno, e Brothers: A Tale of Two Sons affronta questo argomento a modo suo e in maniera piuttosto diretta.

Il gioco ci mette davanti ai problemi dei due fratelli e con loro ci fa soffrire, in un’avventura dalle molteplici sfaccettature. Ognuna di queste si susseguirà senza darci tregua e la sensazione di sprofondare sempre più ci accompagnerà durante tutta la run.

Anche se il titolo è un remake l’intenzione dietro quest’ultimo non è cambiata. Naia e Naiee intraprenderanno un arduo percorso che li cambierà nel profondo, e al tempo stesso e a nostra insaputa saremo anche noi giocatori a cambiare.

Brothers: A Tale of Two Sons rappresenta una metafora della vita, e senza troppi giri di parole ci insegna quanto questa possa essere complicata e ricca di sorprese. Il viaggio non è altro che un’espediente utilizzato dal gioco per farci riflettere, e l’interazione con i vari elementi presenti al suo interno uno dei tanti mezzi impiegati. Che sia una persona, un animale o un semplice ruscello i due fratelli approcceranno quel qualcosa a loro modo e lo stesso faremo noi. Tutto servirà a stimolare i nostri sensi, affinché il principio del loro e del nostro viaggio acquisisca infine un vero e proprio significato.

Conclusione

Brothers: A Tale of Two Sons non è un videogioco ma una vera e propria esperienza. La sua narrazione è molto particolare e rende il titolo una piccola perla, che chiunque dovrebbe provare almeno una volta nella vita. Non importa il genere videoludico che ci contraddistingue, se l’opportunità dovesse presentarsi non lasciatevela scappare. Anche qualora il gioco e la storia finissero col non piacervi andrebbe comunque bene, e il tutto farebbe sempre parte dell’esperienza così come tante altre cose nella vita. Come ho già scritto in precedenza è un’opera che si reinterpreta a seconda dell’individuo, e a mio parere questo è un pregio che da solo vale l’intero prezzo del biglietto.

  • Una vera e propria esperienza
  • Tematiche profonde e mature
  • Un viaggio unico nel suo genere
  • Può essere giocato in co-op

 

  • Bisogna abituarsi velocemente ai comandi che possono risultare un pochino scomodi

Fahrenheit - Biografia

"Giriamo il foglio allora, giriamo il foglio ancora, giriamo il foglio e dimmi cosa ci vedi."

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