Pubblicato il 19/06/17 da Neko Polpo

Campus Party 2017 – Intervista a Real Game Machine

Nelle settimane che precedono il Campus Party 2017, che si terrà a Milano dal 20 al 23 luglio, e che vedrà Pixel Flood ospite della fiera, proponiamo ai nostri lettori una serie di interviste alle software house italiane che parteciperanno con noi e ci terranno compagnia per i quattro giorni della fiera; un’occasione per conoscere meglio i protagonisti della realtà indie italiana, la loro storia, i loro prodotti e le loro opinioni sulla tecnologia, il vero cuore di Campus Party! Oggi è il turno di Real Game Machine, che risponde per noi a qualche domanda…

La prima è proprio facile! Presentatevi ai lettori Pixel Flood: chi siete, qual è la vostra storia e quali sono i vostri prodotti…

Follia Dear Father è il sogno di due sviluppatori italiani che vogliono creare qualcosa di nuovo ed interessante. Mirko Scarici ed Alfonso Prota sono entrambi di origini campane ed iniziarono a dedicarsi al loro sogno nel 2015. Con l’inizio dello sviluppo del loro primo titolo, cercarono supporto tramite Kickstarter ed Indiegogo, dove iniziarono a suscitare l’interesse internazionale per un prodotto indipendente italiano. Le campagne vennero interrotte volontariamente quando la società che detiene il marchio Steve Jobs si interessò a questo progetto, vedendone del potenziale. Con questo accordo tra il nuovo sponsor ed i due sviluppatori iniziò lo sviluppo effettivo del titolo. Alla fine del 2015 c’è stata anche l’approvazione su Steam Greenlight in tempi record, la quale ha assicurato la pubblicazione del titolo sulla piattaforma digitale per PC. Tutti questi fattori hanno portato questa realtà alla costruzione della società Real Game Machine, la quale, attualmente, rappresenta l’intenzione dei due ragazzi e dello sponsor che ha creduto in loro di realizzare prodotti videoludici all’altezza delle aspettative.

 

Quali sono le vostre storie personali? Quali percorsi accademici e/o lavorativi vi hanno portato dove siete ora?

Mirko: Io ed il mio collega Alfonso Prota ci conosciamo da molto, avendo frequentato lo stesso istituto superiore ed essendo amici di vecchia data. Entrambi abbiamo sempre nutrito una profonda passione per l’informatica, ed il nostro sogno è sempre stato quello di creare un videogioco tutto nostro. A proposito di ciò, sia io che lui ci dilettavamo con la programmazione e la progettazione di mappe anche al di fuori del contesto scolastico. Una mattina di luglio, lo chiamai per raccontargli un incubo che feci la notte precedente. Dopo averne parlato per un po’, proposi ad Alfonso di sviluppare un videogioco basato proprio su quell’incubo, trovando la sua piena collaborazione. Iniziammo a studiare le nozioni fondamentali sullo sviluppo videoludico; iniziammo col progettare su carta ciò che poi sarebbe stato sviluppato graficamente. Il nostro progetto sin da subito ha trovato riscontro, e ciò ci ha motivato ancor di più nello sviluppo. Il nostro percorso lavorativo si è svolto principalmente al di fuori del contesto scolastico: da autodidatti imparammo ad usare la programmazione e lo sviluppo grafico per la realizzazione del nostro primo gioco. Credo che ciò che ci ha portato fin qui sia stata l’ambizione: entrambi abbiamo sempre sognato di fare questo, e ci abbiamo creduto sino in fondo.

 

Cosa consigliereste a chi oggi vuole entrare nel settore, magari con qualche ottima idea che non sa come realizzare?

Il mio consiglio è di perseverare e credere nelle proprie idee. Chi ha un’ottima idea, e crede che essa possa essere la migliore, non deve fare altro che metterla in pratica, studiando in un’apposita accademia oppure da autodidatta, come noi. Ci si deve informare sul settore, su chi potrebbe essere interessato al gioco e valutare i mezzi che si hanno a disposizione.

 

Quali tecnologie, nel settore del gaming e non, avete utilizzato o state utilizzando per i vostri titoli? Quali titoli di altre software house vi hanno colpito maggiormente?

Stiamo puntando tanto per la tecnologia VR, ovviamente senza trascurare la versione Standalone. Crediamo nella realtà virtuale e per questo vogliamo creare qualcosa di unico, mantenendo comunque una resa grafica quanto più alta ed immersiva possibile. Sono due i titoli che principalmente ci hanno coinvolto e interessato di più: per quanto riguarda il comparto tecnico e grafico sicuramente Resident Evil 7, per quanto riguarda l’immersione emotiva nell’ambiente horror, Outlast 1.

 

Guardando l’attuale panorama, invece, quali tecnologie in via di sviluppo potranno avere un impatto significativo nel settore del gaming, a vostro parere? E quali pensate o vorreste utilizzare nei vostri futuri titoli?

Secondo il nostro punto di vista la realtà virtuale avrà un ruolo fondamentale nei prossimi anni, in quanto offre ai giocatori un livello di immersione quasi totale. Crediamo che una valida scelta tecnologica per il futuro sia l’utilizzo di scanner 3D (fotogrammetria) e motion capture per animazioni quanto più realistiche possibili.

 

Infine: cosa vi porta a Campus Party e cosa sperate di portarvi a casa?

Desideriamo far provare e conoscere il nostro titolo al pubblico di Campus Party. Saremmo lieti di portare a casa feedback positivi per il lavoro da noi svolto.

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