Ridendo e scherzando, Nintendo ce l’ha fatta di nuovo. Con la paura di avere tra le mani un altro Wii U, circa nove mesi fa accesi per la prima volta il mio Nintendo Switch, acquistato non tanto per Zelda o Mario (no dai, scherzo, un po’ anche per loro) ma più per l’annunciato seguito di una delle mie saghe GdR preferite: Xenoblade Chronicles 2.
Restando fedeli alle loro promesse di pubblicazione entro il 2018, Nintendo e Monolith Soft portano, fra le mani di tutti noi videogiocatori, uno dei JRPG più grandi, emozionanti e complessi che abbia mai potuto giocare. Ma purtroppo, come è comprensibile, Xenoblade non è esente da difetti: dopo aver visto e giocato i già citati Breath of the Wild e Mario Odyssey, tecnicamente l’opera di Monolith Soft pare piazzarsi di una spanna abbondante più in basso.
Texture poco curate, caricamenti ritardati di quest’ultime dopo un viaggio rapido, risoluzione a 720p pure in docked mode e saltuari cali di framerate potrebbero far storcere il naso ai puristi del dettaglio grafico, ciò nonostante la varietà e la cura degli ambienti, la quantità di NPC o nemici a schermo e i modelli dei personaggi, ben curati e caratterizzati, mi han fatto presto dimenticare i sopracitati problemi. Certo, avvicinando un po’ troppo la telecamera a Rex su una nave fa notare i pixel della texture del muro, ma il panorama che ho avuto modo di ammirare ad Uraya è insostituibile.
Altro punto a sfavore va al doppiaggio inglese (unica lingua disponibile al momento della recensione), nel complesso accettabile ma spesso sotto tono, che nei momenti più intensi non trasmette appieno le emozioni provate dai protagonisti e invece lo fa fin troppo nei siparietti comici, quando magari l’esagerazione non è così necessaria.
Nella speranza che il doppiaggio in lingua originale dia un pelo in più di spessore ai personaggi, almeno vocalmente, lasciatemi dire che la trama e la caratterizzazione di ogni “attore” principale di questa lunga storia sono di certo i punti più forti del gioco: Tetsuya Takahashi rimane fedele al suo stile, buttandoci nel vivo di un’avventura alla ricerca di Elysium, luogo paradisiaco citato in molteplici leggende, nei panni di Rex, un giovane recuperatore di relitti nel mare di Nuvole che circonda Alrest, in compagnia di Pyra, uno speciale Gladius conosciuto come Aegis, un tempo legata a un mitico eroe.
Esploreremo vari temi portanti durante l’avventura, come il peso della guerra, la ricerca di uno scopo nella vita e l’accettazione di se stessi, vedendo crescere Rex e i suoi compari da meri stereotipi tipici delle produzioni giapponesi a personaggi profondi, con un loro vissuto, un bagaglio di esperienze che cambierà il loro modo di vedere il mondo.
Ad accompagnare la trama principale troviamo anche un intricato sistema di subquest che spaziano dai classici compiti da RPG (come “raccogli X oggetti” o “uccidi un particolare nemico”), a quest ben più complesse, non collegate a NPC anonimi ma a personaggi importanti incontrati durante la trama principale oppure, addirittura, a Gladius rari. Questo particolare tipo di missioni legate alle nostre armi viventi non solo ci permetteranno di sbloccare le loro abilità avanzate, ma saranno utili anche per conoscere meglio i nostri compagni, dando spessore a personaggi che fino a poco fa erano solo un mezzo per combattere meglio.
L’unico punto che definirei agrodolce di questa possibilità di legare con i vari Gladius tramite le quest sta nello stile grafico dei Gladius stessi: il character designer principale del gioco è Masatsugu Saito e, come ovvio che sia, la maggior parte del gioco segue la sua visione artistica, ma questo non si applica ai Gladius rari che otterremo al di fuori da quelli principali e ai membri del gruppo terroristico Torna. Se questi ultimi, ideati da Tetsuya Nomura, appaiono differenti dal resto dei personaggi ma nel complesso stonano relativamente poco, anzi danno quel senso di distacco tra buoni e cattivi, lo stesso non si può dire dell’altra categoria; ogni Gladius è stato disegnato da un artista diverso: troviamo Soraya Saga, storica designer di Monolith Soft., ma anche personalità legate a giochi, anime e manga famosi come Tales of, Code Geass, Mobile Battleship Nadesico e molti altri e spesso il distacco tra personaggi principali e Gladius rari si nota fin troppo.
Un elogio invece per la colonna sonora che accompagna, sottolinea, rende viva questa lunga trama: dopo la pausa che ha permesso a Hiroyuki Sawano di comporre la colonna sonora di Xenoblade Chronicles X, ritornano in grande stile i compositori del primo capitolo della saga, ovvero Yasunori Mitsuda, Manami Kiyota e ACE, questa volta accompagnati da Kenji Hiramatsu al posto di Yoko Shinomura, e il risultato è ben più che positivo.
Per quanto riguarda il gameplay, come già detto durante il recap dell’ultimo Nintendo Direct e nella nostra anteprima, è facile da utilizzare ma complesso da padroneggiare. Tutto ruota attorno a tre cose: auto-attack, Arti Ductor e Mosse Gladius. Con il primo, nel tempo, vengono caricate le Arti Ductor, sono quattro per tipo di arma e hanno gli effetti più disparati, ma possiamo portarne solo tre in battaglia; le Arti Ductor ci permetteranno di infliggere ai nemici una serie di quattro status alterati in sequenza, ovvero il fiaccamento, l’abbattimento, il lancio e lo schianto: i primi tre bloccheranno i nemici per un tempo determinato da una barra in alto a destra dello schermo e faranno apparire delle pozioni in grado di ripristinare gli HP del gruppo, mentre l’ultimo infliggerà gravi danni, facendo cadere al mostraccio di turno soldi e oggetti extra.
Collegando gli auto-attack e le Arti Ductor (premendo il tasto assegnato a un’Arte nell’esatto momento in cui il nostro personaggio colpisce un nemico), si caricherà la Mossa Gladius legata al nostro compagno. Ogni Gladius ha quattro livelli di mossa, con potenza crescente e effetti diversi da loro, ma solo tre sono caricabili con il collegamento: il quarto livello, estremamente potente, potrà essere raggiunto solo quando il legame tra Ductor e Gladius (rappresentato da un fascio di luce che collega i due personaggi in battaglia) si intensifica, passando da un colore azzurro tenue al giallo. Ogni Mossa Gladius infliggerà uno status elementale al nemico e, seguendo un determinato schema di elementi, potremo sfruttare le efficaci Combo Gladius, per impedire ai nemici di utilizzare certe mosse (come il richiamo di rinforzi, ad esempio), creare un globo elementale e infliggere gravi danni. Infliggendo status elementali ed alterati assieme, invece, prolungheremo il tempo utile a finire le nostre Combo Gladius e otterremo vari bonus.
Dulcis in fundo c’è l’assalto di gruppo, una serie di mosse sfruttabile caricando la barra del gruppo (di solito usata per resuscitare i caduti in battaglia) che, se sono presenti i globi elementali prima citati e vengono fatti scoppiare utilizzando elementi opposti, ci permetteranno di prolungare l’assalto, aumentando l’output di danno oltre il 1000%.
A giudicare dalla descrizione può sembrare davvero un quantitativo ingente di informazioni da assimilare e, fidatevi, lo sono, ma il gioco ci introdurrà con calma e pazienza ogni nuova funzione che sbloccheremo e, nonostante sia vero che i combattimenti in questo Xenoblade Chronicles 2 non siano generalmente una passeggiata e richiedano una certa dose di pianificazione (soprattutto contro i boss e i mostri unici), nel corso delle ore di gioco vi sembrerà che il combat system sia stato appunto pensato per essere utilizzato con naturalezza: dopo una ventina di ore organizzerete il vostro team di Gladius (tre per personaggio escluso Tora, che userà sempre e solo Poppi nelle sue varie versioni) in modo da avere gli elementi giusti sotto mano, sempre considerando che abbiate avuto fortuna con il drop.
Già… Il drop…
Dovete sapere che in Xenoblade Chronicles 2 nessuno regala Gladius al primo che passa: infatti ognuno di essi può essere ottenuto entrando in risonanza con un cristallo nucleico. Otterrete i cristalli in vari modi, sconfiggendo mostri, come ricompense durante la storia o in seguito a una determinata sotto-trama e, nel caso non si tratti di un particolare cristallo legato a un Gladius preciso (ad esempio il cristallo brutale ottenuto durante la trama), il compagno che otterremo sarà determinato in base a un tiro di dado, alla statistica fortuna e alle virtù del suo Ductor. I Gladius rari saranno, appunto, più rari di quelli generici e presto vi ritroverete le fila piene di quest’ultimi ma, nessun problema, avete ottenuto risorse per le missioni da mercenario.
Altro aspetto interessante del gameplay sono appunto i mercenari, un sotto-sistema gestionale in cui potremo mandare i Gladius a riposo per una quantità variabile di minuti a svolgere i lavori più disparati. A volte, queste missioni ci permetteranno anche di progredire più in fretta nella trama mentre stiamo facendo altro, o ci faranno guadagnare informazioni importanti sull’ubicazione degli obiettivi delle sub-quest o, infine, rimuoveranno ostacoli sul nostro cammino, insormontabili perché non abbiamo le abilità necessarie.
Queste abilità vanno a posizionarsi come la ciliegina sulla torta che è Xenoblade Chronicles 2. Il mondo di gioco è vasto, open world e completamente esplorabile, ma spesso e volentieri per raggiungere una scogliera o la cima di un alto albero non basterà l’ingegno o la forza bruta: a volte dovremo aspettare che la marea di nuvole si alzi per nuotare tranquillamente fino al nostro obiettivo, altre, invece, dovremo fare affidamento sui nostri compagni, esperti saltatori o abili nello scassinamento di porte e forzieri, per avanzare e, nel caso non siano ancora abbastanza abili, aiutare a migliorarsi eseguendo vari compiti secondari.
Quindi, che dire… Se ancora avete dubbi in merito alla bontà di Nintendo Switch sappiate che, assieme a grandi titoli come Zelda: Breath of the Wild e Mario Odyssey, ora un altro grande gioco si è unito alla festa: Xenoblade Chronicles 2 è un vulcano di contenuti, saprà regalarvi ore e ore di gioco, con il suo battle system intrigante e i suoi personaggi fuori dagli schemi, soprattutto se come me seguite le opere di Takahashi sin da Xenogears.
Certo è minato da alcuni problemi tecnici e da un doppiaggio inglese non eccelso, ma considerando che il secondo problema verrà probabilmente risolto dal DLC gratuito contenente il Dual Audio e che stiamo pur parlando di un gioco enorme su una console grande quanto un tablet (e comunque non è detto che una patch futura non risolva i problemi, anzi, alcuni sono già stati risolti), l’opera di Monolith Soft. merita sicuramente l’acquisto e va a chiudere un 2017 di fuoco per la neonata di Kyoto, entrando di diritto nella mia personale top 3 JRPG dell’anno.
1st rule of the Salvager Code!
Boreas
Sceneggiatura
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2 thoughts on “Xenoblade Chronicles 2 – Alla ricerca di uno scopo”