Pubblicato il 22/05/17 da Sara Porello

The Crow’s Eye – Un horror da horror

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Cosa c’è di meglio di un videogioco horror? Facile. Un videogioco horror fatto bene.

The Crow’s Eye è un titolo che promette tanto e mantiene poco, che parte da un concept intrigante ma non riesce a sfruttarne tutte le potenzialità. E alla fine vi lascerà con quel senso di meh che lasciano tanti film horror pubblicizzati come “l’horror del secolo” ma che, dopo la visione, si rivelano semplicemente… Meh.

Ma andiamo con ordine. The Crow’s Eye è un titolo sviluppato dal team indie spagnolo 3D2 Entertainment ed edito da Nkidu Games; si tratta di un puzzle game in prima persona con ambientazione horror-investigativa, caratterizzato da una trama semplice ma efficace: il protagonista-giocatore si ritrova prigioniero nell’Università di Medicina di Crowswood, ormai abbandonata da molti anni, e ben presto scopre di essere parte di un perverso esperimento; dovrà trovare il modo di fuggire dalla sua prigione e, nel mentre, si ritroverà a indagare su alcune misteriose sparizioni di studenti avvenute vent’anni prima.

Benvenuti a Crowswood!

La storia è narrata attraverso le testimonianze – lettere, registrazioni, appunti, articoli – di vari personaggi tra cui i medici coinvolti nelle agghiaccianti sparizioni di vent’anni prima, alcuni membri dei servizi segreti, il capo della polizia che si occupò dell’indagine, e un detective privato con problemi mentali mandato ad affiancare la polizia. Tutti i documenti vengono trovati dal protagonista durante la sua “permanenza forzata” e ognuno di essi racconta un pezzo della vicenda, di cui però si avrà un quadro chiaro e completo solo alla fine del gioco. Se nelle prime battute il gioco è immerso in un’atmosfera tipicamente horror e intrisa di suspense, col proseguire della storia diventa invece più investigativo e, sinceramente, è un peccato che la nota horror si perda un po’.

Lui è William Holtwick. Ed è fuori come un balcone.

Il gameplay è semplice e intuitivo, con un’interfaccia essenziale che comprende una mappa e un inventario espandibili. La progressione nel gioco è caratterizzata dalla risoluzione di vari tipi di enigmi, che indubbiamente sono uno dei punti di forza del gioco -a mio avviso, il punto di forza. Il giocatore dovrà confrontarsi con diversi tipi di puzzle: enigmi basati sulla logica e sull’ingegno, prove di abilità con il mouse, prove a tempo, percorsi da completare interagendo in vario modo con gli oggetti dello scenario.

Per svolgere tutte queste azioni, il giocatore ha a disposizione una serie di oggetti che potrà trovare lungo il percorso o che si possono craftare a partire dagli oggetti raccolti; le bende, ad esempio, ottenute combinando la stoffa e il nastro adesivo, permettono di recuperare salute, mentre la mappa di ogni nuova area è craftabile combinando inchiostro e stoffa. A un certo punto del gioco viene sbloccato l’elettromagnete, che permette di interagire con specifici oggetti dello scenario, attraendoli o respingendoli, ed è fondamentale per procedere in alcuni tratti.

Proprio la grande varietà degli enigmi rende la progressione nella storia piacevole e mai noiosa; aggiungete a questo il fatto che i puzzle hanno un livello di difficoltà variabile ma non sono mai impossibili, e avrete un gioco che, sotto questo punto di vista, è davvero perfetto.

Un enigma. Di quelli facili, però.

Purtroppo, a “sporcare” gravemente il gioco, ci si mettono alcuni aspetti tecnici per niente trascurabili: in primis, un sistema di gestione dei movimenti del personaggio e della camera estremamente impreciso e mal calibrato, che fa sì che anche i gesti più semplici – come girare una valvola, sfruttare l’elettromagnete per saltare più in alto, o anche solo guardarsi intorno – diventino un vero inferno. A questo vanno aggiunti diversi bug grafici, che non inficiano la progressione nella storia ma rendono la manovrabilità del personaggio ancor più difficile.

E proprio sulla grafica, un ultimo appunto: lo scenario è molto curato e ricco di dettagli, che purtroppo non mi sono potuta godere appieno, perché, per riuscire a far girare il gioco a una velocità accettabile è stato necessario settare al minimo tutte le impostazioni grafiche! Anche per una che, come me, non è eccessivamente fissata con la qualità grafica, è stato molto seccante dover rinunciare a una parte così interessante del gioco.

Il comparto audio non è niente di eccezionale, ma si salva facendo il suo dovere di accompagnamento alla storia: classiche musichette da horror e mistero, e una serie di suoni come cigolii di porte, scricchiolii del pavimento, pioggia battente, e via dicendo. Buono anche il doppiaggio dei personaggi, disponibile solo in inglese con una sottotitolazione (abbastanza scadente, a dirla tutta) in italiano e altre lingue.

Sto salendo una scala a pioli, ma l’inquadratura non è proprio come ci si aspetterebbe…

In conclusione, The Crow’s Eye rappresenta sostanzialmente una grande occasione sprecata: una narrazione con grandi potenzialità e un gameplay non particolarmente innovativo ma di sicuro molto efficace, rovinati da errori tecnici troppo penalizzanti per risultare “solo un dettaglio trascurabile”. Non mi sento però, né di consigliarvi di giocarlo – perché, davvero, il livello tecnico è quasi da beta! – né di invitarvi a scartarlo – perché in fondo la narrazione è abbastanza coinvolgente e gli enigmi molto divertenti.

Magari, ecco, se proprio volete provarlo, aspettare almeno di trovarlo in sconto su Steam!

 

PUZZLE

HORROR

 

  • Horror…
  • Puzzle variegati e divertenti.
  • Narrazione interessante.

 

  • … Ma non troppo.
  • Sistema di movimento del personaggio e della camera molto approssimativo.
  • Bug grafici.

 

Sara Porello - Biografia

Fin dalla più tenera età è affascinata dall’universo nerd, ma per anni ne resta ai margini. E poi… Le cattive compagnie finiscono per trascinarla completamente dentro. Giocatrice da tavolo, di ruolo, di videogames. Se si può giocare, lei lo gioca. Appassionata di cinema e serie TV, di manga e anime. Adora il Giappone, adora oggetti e animali kawaii. Adora, sopra ogni cosa, i coniglietti.

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