Pubblicato il 10/08/15 da Neko Polpo

Tembo the Badass Elephant: la gioia di spaccare tutto

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Di recente ho avuto la masochistica idea di giocare a Sonic The Hedgehog per Xbox 360, ritrovandomi proiettato mentalmente all’inizio degli anni ’90, l’epoca del Super Nintendo, del Mega Drive e, soprattutto, della rincorsa alle mascotte. E’ come se ogni software house del mondo avesse deciso, all’improvviso, di farsi rappresentare da animaletti improbabili e robottini, con risultati parecchio variabili: Sonic ed alcune mascotte Nintendo sono le uniche sopravvissute fino ad oggi, in un mare di tentativi falliti, come Bubsy, o immediatamente dimenticati, tipo Aero the Acro-Bat, Zool e Pulseman.

Quale miglior mascotte di un elefante da guerra?
Oggi un elefante da guerra e domani cosa, un porcospino blu?

Pulseman? Che caso interessante… Forse ricorderete che prima di essere messi in manette da Nintendo e costretti a rifare lo stesso gioco ogni anno, in una fabbrica sepolta trecento metri sotto il livello del mare, i Game Freak hanno prodotto alcuni platform per Super Nintendo e Mega Drive, tutti creativi e sempre con meccaniche particolari. Non mi è ben chiaro cosa sia successo, se un calo di qualità ed interesse nella serie Pokèmon abbia portato Nintendo ad allentare il guinzaglio o se un manipolo di impiegati sia riuscito ad evadere dalla prigione sotterranea, ma Game Freak è riuscita a produrre un paio di giochi indipendenti.

Tembo the Badass Elephant, ironicamente pubblicato da Sega, è un platform 2D dal protagonista improbabile e dalle meccaniche particolari. Si sente da oltre un chilometro l’odore di progetto lasciato in sospeso per oltre vent’anni o, perlomeno, di intenzionale ritorno ai bei tempi andati. Nonostante la realizzazione grafica in Unity sia moderna (sebbene piuttosto economica), la sensazione che mi dà è stranamente nostalgica, riportando alla mente memorie di Donkey Kong Country, Sonic The Hedgehog 2 e Metal Slug.

Questi pannelli fanno rimbalzare Tembo come una pallina e riemergere ricordi sepolti di Casino Night Zone.
Questi pannelli fanno rimbalzare Tembo come una pallina, facendo riemergere ricordi sepolti di Casino Night Zone.

La premessa è molto basilare: l’esercito dei Phantom ha invaso la pacifica Shell City ed i poveri soldatini umani non riescono a respingerli. Il generale, a corto di possibilità, decide di richiedere l’aiuto di un suo vecchio compagno di guerra, l’elefante Tembo, ritiratosi a dolce vita con la sua famiglia sovrappeso. Non sapendo resistere alla chiamata d’aiuto, l’eroe cicciottello si tuffa in una nuova avventura. Insomma, una sorta di Commando, con un animale di dieci tonnellate al posto di Schwarzenegger (non che la differenza si noti troppo).

Tembo the Badass Elephant ha un certo senso dell'umorismo.
Tembo the Badass Elephant ha un certo senso dell’umorismo.

Per essere un elefante, Tembo è senza dubbio molto versatile. Il suo parco mosse include una carica a testa bassa, una schiacciata col sederone, una zannata verso l’alto e la bizzarra capacità di sfruttare la sua naturale rotondità per appallottolarsi e rimbalzare addosso ai nemici, nonchè l’abilità di sputare un getto d’acqua dalla proboscide.

Questo parco giochi ha perfino i birilli! Ah, sono soldati nemici?
Questo parco giochi ha perfino i birilli! Ah, sono soldati nemici?

Il bello di Tembo the Badass Elephant è che tutti i 18 livelli, in tradizione molto giapponese, sono perfettamente costruiti attorno alle abilità del personaggio principale. Sono generalmente basati sullo sfondare pareti, automobili e casse toraciche, caricando a tutta velocità, e sezioni platform di crescente difficoltà, con parecchi set-piece ad impepare il ritmo di gioco, mentre, ad aumentarne ulteriormente la complessità pensano i numerosi segreti sparsi per il mondo. In tutti i livelli sono presenti dieci civili, ingabbiati dai Phantom, da trovare esplorando per bene tutti gli anfratti, visibili e non. Non è obbligatorio, se non per ottenere un 100% di completamento, ma aggiunge parecchio gusto nell’esplorazione. Quello che è parzialmente obbligatorio, invece, è il numero di nemici distrutti, in quanto è necessario eliminarne una certa quantità per sbloccare il livello finale di ogni zona. Non serve uccidere ogni singolo nemico per raggiungere la quantità richiesta per avanzare, ma eliminarli tutti contribuisce a completare il gioco al 100%.

I boss riescono a riempire lo schermo di proiettili. Soprattutto gli ultimi due non sono da prendere sottogamba.
I boss possono riempire lo schermo di proiettili. Gli ultimi due, in particolare, non sono da prendere sottogamba.

Sorprendentemente, Tembo the Badass Elephant è anche piuttosto difficile: passati i primi livelli, abbastanza inoffensivi, l’indice di difficoltà inizia ad aumentare esponenzialmente. Chiariamoci, non è Super Meat Boy, ma non è neanche un platform infantile come può sembrare. Se mirate al 100% di completamento saprà mettere i vostri pollici alla prova.

Il gioco non è facile quanto sembra. I livelli finali sapranno sfidare i vostri riflessi.
Il gioco non è facile quanto sembra. I livelli finali sapranno sfidare i vostri riflessi.

Quanto alla realizzazione tecnica, è discreta, sebbene lasci a desiderare in alcuni campi. I Game Freak non sono estranei alla grafica 3D, ma neanche maestri. Sarò diretto, Tembo the Badass Elephant, ve ne sarete già accorti dalle immagini, potrebbe girare su una PS2 senza difficoltà. La quantità di poligoni è piuttosto bassa e gran parte degli asset sono in 2D con pochi frame di animazione, dando l’impressione di un budget basso per un gioco del 2015. Bisogna dargli credito, però, che si fa un buon uso degli asset, sebbene di qualità bassa, con buone animazioni ed effetti particellari per gli oggetti distrutti. Considerando che gran parte del tempo lo passiamo caricando a testa bassa attraverso sfilze di edifici e soldatini nemici, la sensazione di distruzione è, nonostante tutto, parecchio soddisfacente.

I veri duri non guardano le esplosioni. Le causano.
I veri duri non guardano le esplosioni. Le causano.

Il design estetico è anche ricco di personalità e ben stilizzato, rendendo il quadro molto gradevole, nonostante la quantità di poligoni. Ottimo l’impianto audio nel campo degli effetti sonori, con esplosioni carnose ed impatti appaganti per i momenti di distruzione totale. Purtroppo, lo stesso non si può dire delle musiche, assolutamente non brutte, ma facilmente dimenticabili.

I set-piece aggiungono varietà ed una certa dose di umorismo. Lanciare un'enorme palla da bowling contro i nemici è sempre soddisfacente.
I set-piece aggiungono varietà ed una certa dose di umorismo. Lanciare un’enorme palla da bowling contro i nemici è sempre soddisfacente.

Tembo the Badass Elephant mi riporta alla mia gioventù, quando stavo seduto sul pavimento, davanti alla TV, con in mano un pad del Mega Drive, come se fosse rimasto in ibernazione per oltre vent’anni. Se fosse un platform arrivato nel 1992, durante la corsa alle mascotte, sarebbe stato senza dubbio uno dei migliori, ma anche nel 2015 non sfigura per niente. I suoi 18 livelli si possono attraversare in appena 4-5 ore, o poco più se mirate a tutti gli achievement, ma è il tipo di gioco che riaprirei periodicamente per il puro gusto di completarlo di nuovo.

Tembo the Badass Elephant ha abbastanza giocabilità, personalità e sfida da essere più che consigliato a chi cerca un buon platform 2D dal gameplay arcade. Il prezzo di 12,99€ su Steam è più che onesto per il pacco di divertimento che regala.

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NekoPolpo - Biografia

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