Pubblicato il 19/03/17 da Jacopo Ambaglio

Sniper Elite 4 – Spaghetti sniper

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Karl Fairburne si toglie la sabbia africana dalle scarpe e sbarca in Italia. “E IL GOVERNO COSA FA?” si chiederanno alcuni di voi, ma non si sta parlando di immigrazione: siamo qua a trattare la quarta fatica dell’ormai conosciutissima saga di casa Rebellion: Sniper Elite.

Dicevamo, Karl viene mandato nel Bel Paese a raccogliere informazioni su un certo missile guidato che potrebbe ribaltare le sorti della Seconda Guerra Mondiale. A sbarrargli la strada ci saranno schiere di nazisti e soldati italiani (ai tempi alleati del Führer, come ben saprete), ma verremo, in compenso, appoggiati dai partigiani, prontissimi a darci ogni genere di preziosa informazione per completare le nostre missioni. Tolte le varie operazioni secondarie che faranno da contorno a quelli che saranno gli obiettivi primari delle 8 missioni presenti nel gioco, il plot è tutto qui; non è necessariamente un male, alla fine la trama non è mai stata il perno centrale della saga; è vero che ci si poteva impegnare un po’ di più, ma sinceramente devo dire che la semplicità della storia di fondo non mi ha minato particolarmente l’esperienza. Oh, diciamola tutta, va bene così, meno bla bla, più bang bang.

Ah, la campagna!

Addentriamoci nelle meccaniche del titolo, premettendo al volo una cosa: il gioco mi è piaciuto. Lo premetto perché non voglio dilungarmi troppo in questa recensione rischiando di annoiarvi, data la particolare tipologia di gioco, quindi potrei sembrarvi abbastanza brutale, ma davvero, mi sono divertito e voglio spulciare cosa mi ha esaltato e cosa mi ha fatto storcere il naso senza girarci troppo intorno.

Partiamo dal contorno, tutto quello che concerne il mondo che ci circonda appena imbracciato il nostro fucile. Ho giocato a tutti e 4 i capitoli e se voi avete fatto lo stesso, avrete sicuramente notato come il mondo di gioco si sia progressivamente allargato da un capitolo all’altro, cosa meno evidente nel salto tra i primi 2, ma notevole col passaggio al terzo capitolo. Nonostante questo il terzo capitolo è quello che mi ha coinvolto di meno, non tanto per le meccaniche, drasticamente migliorate col passaggio alla generazione successiva, ma l’ambientazione urbana dei primi 2 incontrava meglio i miei gusti; però capite che è una considerazione completamente soggettiva. Sniper Elite 4, bè, di cosa vogliamo parlare, tarantella, arancine e sei in pole position proprio.

Mirate bene e poi… Bang!

I nomi dei luoghi che visiteremo sono inventati e avrei qualche sospetto sui motivi, ma tralascerò la questione perché si scoperchierebbe un vaso che andrebbe a coinvolgere altri titoli; comunque, sono tutti ispirati a zone realmente esistenti del centro/sud Italia e regalano scenari evocativi che sarà un piacere esplorare e decorare con un sacco di cadaveri nazisti. Anche qui, come nel 3, avremo davanti mappe parecchio “quadrate” che ci danno la libertà di scegliere la strada migliore da intraprendere per completare i vari obiettivi che costelleranno l’area, e qua partiamo subito con un bel “luci e ombre”. La mappa si è verticalizzata parecchio rispetto alla campagna africana, permettendoci qualche arrampicata per appostarci agevolmente sopra costoni e torri (ovviamente ci potremo arrampicare solo in determinati punti preimpostati); ciò ci permette di gestire in modo ancora più tattico l’inizio delle nostre missioni, quando l’area sarà, solitamente, parecchio aperta, ma di contro avremo punti che… Non so bene come spiegarlo… Diciamo che manca solo una grossa insegna luminosa con scritto “questa torre è perfetta per vedere TUTTO l’avamposto, mettiti qui”.

Potremo taggare i nemici per averli sempre sotto controllo.

Continuando con le missioni noteremo presto come le mappe rimarranno sempre parecchio larghe, ma presenteranno sezioni molto più chiuse nelle quali molto spesso abbandoneremo il cecchinaggio per sessioni più ravvicinate, affidandoci al coltello o alle svariate armi da fuoco a raggio più corto che raccoglieremo da casse e cadaveri. Ci sta ovviamente: il trittico “aspetta-mira-spara” non può certo trascinarsi per le 14-15 ore di gioco circa (durata basata sull’aver fatto le secondarie a difficoltà non elevata senza fare il rambo), ma a causa dell’intelligenza artificiale dei nemici, che spesso tende a chiudere un occhio (o due) al nostro passaggio, e a un loro teamwork non certo ineccepibile, non fa dei momenti puramente TPS un apice artistico del titolo.

Resta anche la x-ray alla Mortal Kombat durante i “colpi critici”, con effetti grafici ancora più… Come posso dirlo in modo professionale… FIGHI! Tutto molto splatter, tutto molto ben fatto, soprattutto quando riuscite a colpire una granata attaccata alla cinta di un nemico e le schegge gli si infileranno in tutto il corpo, magari ammazzando anche il soldato vicino a lui. Bè, possiamo tranquillamente dire che la x-ray è una delle chicche che ha reso celebre Sniper Elite; secondo me senza non sarebbe assolutamente la stessa cosa. C’è anche da ammettere che la sfrutto poco perché mi diverto un sacco con i giochi di cecchinaggio, ma in quanto a calcoli balistici sono un cagnaccio orribile e senza aiuti alla mira sarei ancora alla prima spianata della prima mappa, quindi non provo quella goduria di vederla partire perché ho fatto il “tiro della vita” calcolando vento e gravità, sfruttando il mirino attivo che indica il punto di arrivo del proiettile la x-ray mi parte sempre.

Tanto di cappello alla x-ray!

Un indie di altissimo livello, insomma, con un carattere da tripla A… e infatti ha un prezzo da tripla A. Non è facile dire se vale tutti i soldi che costa: sicuramente è una goduria per tutti gli appassionati di cecchinaggio, ha una realizzazione tecnica niente male e la presenza di un multiplayer decisamente convincente nella sua parte cooperativa, un po’ meno nel PVP; sta di fatto che se togliete la particolarità della x-ray non è facile per lui trovarsi invischiato in un “periodo storico” come questo, con un Ghost Recon che offre un’esperienza molto più ampia a livello di TPS-Stealth. Certo che se siete dei lupi solitari, non vi interessa vivere online e vi intrippate con la Seconda Guerra Mondiale, il gioco è lì a disposizione su PC, Playstation 4 e Xbox one.

  • Vastità delle mappe
  • Buon equilibrio tra attesa e azione
  • Tantissima libertà d'azione

 

  • Gameplay immutato dal terzo capitolo
  • Il rapporto qualità/prezzo non convince pienamente
  • Nemici spesso 'distratti'

 

Ipah - Biografia

Aspetta, faccio la presentazione standard da recensore navigato. Cresciuto coi videogiochi che quando ho cominciato io proprio levati, si giocava a Pong coi sassi. L'abilità videoludica di Faker unita al senso critico di Matt Preston.

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