Pubblicato il 14/01/17 da Neko Polpo

Pokémon GO – Così è esplosa la pokémania!

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Ne è passato di tempo da quel fatidico 15 luglio 2016 in cui è stato rilasciato, in Italia, Pokémon GO, sviluppato da Niantic in collaborazione con altre aziende tra cui, naturalmente, Nintendo. Alla sua uscita, il gioco è diventato un vero e proprio fenomeno di costume, e non solo in Italia: provato da tutti, anche da chi non si era mai filato i videogames, o tantomeno i Pokémon. Ne hanno parlato giornali e TG, perlopiù per riportare buffi quanto incredibili episodi accaduti ai giocatori: da chi, cercando Pokémon, aveva trovato cadaveri, a chi aveva assaltato in massa una stazione di polizia segnata come Pokéstop; senza contare, ovviamente, i numerosi incidenti stradali occorsi ai pokégiocatori più incalliti (e irresponsabili). Col tempo, l’interesse delle masse è scemato, ma il gioco non è affatto morto. Anzi, a sei mesi di distanza dall’uscita, è giunto il momento di fare un primo bilancio di questo interessante e innovativo titolo.

 

 

Il gioco ha a stento bisogno di presentazioni. Si tratta di un free-to-play per dispositivi mobile con sistema operativo iOS o Android, basato sulla realtà aumentata geolocalizzata tramite GPS: sfruttando le mappe di Google Maps – in modo non troppo diverso da quanto la stessa Niantic aveva già fatto per Ingress, con risultati molto meno apprezzabili in termini di popolarità – l’applicazione permette al giocatore di vedere il proprio avatar spostarsi sulla mappa e di visualizzare i Pokémon negli scenari in cui il giocatore realmente si trova in quel momento. Tipo che tu stai camminando per andare al supermarket e, inquadrando un cespuglio con lo smartphone, ti vedi lì un Poliwag; o che stai prendendo il caffè nel salotto della zia, e sul divano ti compare uno Zubat! Lo scopo del gioco? Acchiapparli tutti, naturalmente! Come? Catturandoli con le Pokéball, da lanciare con un semplice slide sullo schermo. A parte questa semplicissima ma efficace meccanica, il gioco comprende altre azioni molto basic, come raccogliere oggetti (Pokéball, pozioni curative, ecc.) cliccando sui Pokéstop, i “punti di interesse” delle mappe di Google e piazzare i propri Pokémon nelle palestre, per guadagnare Pokécoin ed esperienza.

Il gioco sfrutta il sistema di Google Maps.

 

Il gioco inizia, naturalmente, quando il giocatore sceglie e cattura il suo starter: Bulbasaur, Squirtle o Charmander – ma c’è il trucco per riuscire a far comparire anche Pikachu. Raggiunto il livello 5, il giocatore potrà scegliere la squadra di appartenenza (rossa, blu o gialla) e da quel momento potrà sfidare le palestre delle squadre avversarie per conquistarle, oppure potenziare le palestre già occupate dalla propria squadra. E si continua così, catturando Pokémon, facendoli evolvere e facendo schiudere le uova (che contengono Pokémon comuni o più rari, a seconda dei chilometri da percorrere per farle schiudere). Niente di più semplice, no?

Il sistema delle palestre non è perfetto, ma è comunque divertente.

Niantic è costantemente attiva per apportare migliorie e novità, e per risolvere i bug che via via si presentano: nel corso di questi sei mesi, ad esempio, sono state modificate le statistiche di alcuni Pokémon – alcuni sono stati potenziati e altri depotenziati, per rendere l’interazione tra giocatori nelle palestre più bilanciata, e sono stati resi disponibili bonus all’esperienza con l’aumentare dei giorni consecutivi in cui il giocatore svolge attività nel gioco. Sono state aggiunte nuove feature, come ad esempio la possibilità di avere un “Pokémon compagno” che “cammina” insieme al giocatore, facendogli guadagnare le caramelle necessarie per l’evoluzione. L’inutile funzione che avrebbe dovuto permettere d’individuare i Pokémon nelle vicinanze, in modo molto confuso e approssimativo, è stata aggiornata, ed è ora un utile strumento per il giocatore. Inoltre sono stati realizzati eventi speciali in occasione di Halloween (in cui era possibile catturare Pokémon spettro solitamente molto rari) e di Natale (con l’esclusivo Pikachu che indossa un simpatico cappello da Babbo Natale). La novità più importante, tuttavia, Niantic l’ha riservata per il periodo delle Feste invernali: in questa occasione, sono stati resi disponibili i primi Pokémon della seconda generazione, che i fan, impazienti, aspettavano da tempo. Questi sono solo alcuni esempi di come Niantic abbia saputo, nel corso di questi primi sei mesi, migliorare l’esperienza di gioco e tener vivo l’interesse dei giocatori.

Non solo software, però. A settembre, infatti, Niantic ha reso disponibile il dispositivo Pokémon GO Plus, uno speciale braccialetto che, connettendosi allo smartphone tramite bluetooth, permette di giocare anche senza tenere costantemente d’occhio lo schermo del dispositivo.

Si può giocare attivando o disattivando la realtà aumentata.

Tra gli aspetti positivi del gioco, bisogna citare senza dubbio l’innovazione nelle modalità di gioco: per la prima volta (a esclusione del già citato e poco conosciuto Ingress), il giocatore non può giocare chiuso nella propria stanza, o seduto in metro mentre va al lavoro: è necessario uscire di casa, camminare – o al più, andare in bicicletta… Esplorare il mondo, in un certo senso. Anche la costante manutenzione da parte di Niantic, nonché le novità introdotte, contribuiscono a rendere il gioco vivo e mantenere alto l’interesse dello zoccolo duro di fan. Ancora un punto a favore del gioco: si tratta di un free-to-play, da scaricare, giocare, interrompere e riprendere a piacere; anche solo per provare com’è.

Tuttavia, molti sono stati anche i lati negativi che i giocatori hanno sottolineato: dal fastidio di incontrare (quasi) sempre e solo gli stessi Pokémon – ahimè, gli scarsissimi Rattata e Pidgey in testa – all’insoddisfazione per il sistema delle uova, che richiede molto tempo e molti passi per “far nascere” Pokémon che si rivelano spesso deludenti; dalla sproporzione tra i numerosi Pokémon incontrati e i materiali necessari per catturarli (decisamente insufficiente) alla mancanza di un multiplayer che permetta di scambiare i propri Pokémon con quelli degli altri utenti e di sfidare i propri amici in battaglie dirette. Quest’ultima feature, in particolare, viene richiesta con insistenza dai giocatori fin dagli esordi, ma, per ora, da Niantic non è stato fatto alcun accenno alla questione. La ripetitività di alcune situazioni (ad esempio incontrare sempre gli stessi Pokémon) è comunque, in parte, bilanciata dai costanti aggiornamenti sopracitati. Dal punto di vista tecnico, infine, è d’obbligo segnalare che, anche disattivando la realtà aumentata, il consumo di batteria dell’applicazione è notevole.

I Pokémon sono ovunque intorno a noi!

Un’ultima critica riguarda poi il fatto che, dei 151 Pokémon iniziali catturabili, non tutti sono poi così “catturabili”: dei Pokémon leggendari (Mew, Mewtwo e i tre uccelli Articuno, Zapdos e Moltres) non vi è al momento alcuna traccia. L’ipotesi che vengano resi disponibili solo in alcuni special events futuri è da lungo tempo ventilata dai fan, ma non è mai stata confermata da Niantic.

Non mi addentrerò nella questione più dibattuta da quando il gioco è uscito, ossia il fatto che utilizzare un’app del genere mentre si svolgono attività che richiedono attenzione e concentrazione, quali attraversare la strada o persino guidare, possa costituire un pericolo per l’incolumità dei giocatori o di terze persone. Non mi ci addentrerò per un motivo molto semplice: questa criticità non riguarda nessun aspetto legato al gioco o tantomeno alla casa produttrice, ma attiene esclusivamente alla responsabilità, alla maturità e, in ultimo, al buon senso del singolo giocatore.

Nel complesso, Pokémon GO, dopo sei mesi, sembra non aver perso il suo appeal iniziale, grazie alle continue innovazioni e migliorie apportate da Niantic. Di sicuro molti utenti che lo avevano provato solo per curiosità lo hanno ora abbandonato, ma per molti altri rimane un piacevole diversivo, che offre sempre più numerose e diversificate possibilità a livello di gameplay. Gli aggiornamenti sono costanti e ben strutturati, e Niantic sembra avere tutta l’intenzione di continuare a tener vivo l’interesse per il gioco, riservandosi (e riservandoci) le parti migliori per il futuro. Nel dubbio, provatelo. Tanto è gratis.

  • Free-to-play
  • Gameplay innovativo
  • Interazione con la realtà
  • Aggiornamenti e migliorie costanti

 

  • Impossibilità di acchiapparli tutti
  • Assenza di multiplayer
  • Alla lunga è ripetitivo

NekoPolpo - Biografia

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