Pubblicato il 23/11/15 da Samuel Castagnetti

Need for Speed – Spike ploz

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La serie di Need for Speed conta numerosi titoli, caratterisctiche diverse e punti fermi, c’è chi apprezza il pre-Underground, c’è chi riesce ad apprezzare il post-Underground, ma a tutti e’ piaciuto Underground. Sarà che arrivava nel periodo storico giusto (quando ancora Fast and Furious piaceva e non era arrivato all’episodio sarcazzo che serve solo per giustificare l’esistenza di Vin Diesel da qualche anno a questa parte), sarà che aveva i neon, sarà che il primo Underground tirava schiaffi duri se voleva, ma i due Underground erano, sono e saranno sempre la a vegliare sulle macchine zarre in eterno. Proprio quando, come Fast and Furious, la serie stava prendendo una piega totalmente diversa da quella dei suoi fasti, ecco che arriva Need for Speed, di fatto un re-boot del franchise di Electronic Arts, ad opera del team Ghost, che cerca di riportare la magia in città, si quella magia! Di conseguenza alzate il finestrino, allacciate le cinture, poi slacciatele e scendete dalla mia macchina che non vi conosco, e vediamo se la magia è davvero tornata in città.

Need for Speed Honda Civic
La Honda Civic custom del Cathoderay.

Need for Storia

In tutti i Need for Speed c’è una storia, ma diciamocelo non è mai fregato molto a nessuno. Questo per varie ragioni, la prima è che non c’è bisogno di una storia, ogni giocatore è li per un motivo, diventare il numero uno, questo non lo si cambia. La seconda e’ perche’ il gioco si racconta da se, praticamente sempre. Ora non è vero che tutti i Need for Speed non hanno storia, The Run verteva su un comparto singleplayer di carattere, con una storia molto presente. Beh ora c’è anche Need for Speed (2015) il quale si racconta tramite filmati live action dedicati ai personaggi che ci spalleggeranno durante le nostre sgommate.  Questi sgherri rappresentano tutti una disciplina ed un pilota simbolo della determinata disciplina, e se non distruggi il simbolo sei un coglione…  Stabilito che si devono battere i piloti simbolo, si procede in ogni disciplina separatamente a seconda dei gusti del giocatore, scelta interessante che lascia molta libertà, ad esempio, se a me non piacciono le gare di drift, le posso evitare in toto. In tutto questo idillio vi sono pero’ alcuni problemi.

Need for Speed esterno
La pioggia ci fa un baffo.

Il primo e’ che i piloti simbolo sono gli idoli degli sgherri e non strettamente miei, rendendo tutto “wowowowowowo voglio masturbarmi a testa in giu’ leccando il sudore di Ken Block!” mentre il tuo personaggio (in soggettiva) se ne sbatte ancora meno del giocatore di Ken Block, ma comunque si sta al gioco e va bene così. Il secondo è che ok, se odio le gare di derapata posso evitarle, ma questo allo stesso modo mi impedisce di portare avanti le quest line legate ad alcuni personaggi, proprio perché legati al drift. Il secondo fattore va a contribuire alla problematica creata dal terzo, ovvero che quando si finisce una storyline o si affrontano le sfide di altri personaggi (e la menata di chi non ama il drift si ripresenta) oppure si ripetono le stesse gare, altrimenti, boh, il vuoto, non c’è nient’altro da fare. L’ultima cosa erronea del tutto e’ Spike. Non dico che tutti devono essere personaggi perfetti, ma Spike mette ad altissimo rischio la mia calma apparente ogni volta che non pensa più di tre ore prima di respirare, ma questi son gusti. Tutto sommato comunque la storia ha la sua organicità, funziona e diverte, Spike a parte, risultando comunque un tentativo in gran parte riuscito a mio parere.

Need for Speed vedute
Per le montagne a tirar schiaffi a chi ci sfida.

Need for Neons

Adesso si parla di customizzazione, sia a livello meccanico che a livello di design delle nostre vetture, la vera ciccia sulla quale verte anche la riuscita del titolo. Diciamo subito che ci sono cose che funzionano e altre decisamente no, ma partiamo prima dalle cattive notizie: a livello di design le opzioni ci sono, ma fino ad un certo punto. Mi son trovato spesso a non poter cambiare elementi come i fari, ad esempio, per poi trovare una scelta di cerchioni inflazionata. Dato che le parti installabili sono sia reali che create appositamente dal team Ghost, non vedo per quale motivo non riservare un trattamento completo di un paio di opzioni, ad ogni auto, per ogni elemento. Altro fattore legato al design negativo è la poca scelta di artwork con i quali personalizzare la propria vettura, o meglio anche qua c’è una forte inflazione di sticker seriosi, legati a brand del settore, e poca scelta negli altri kit. Sempre a proposito di questo, mi ha fatto un po’ piangere il cuore la scomparsa dei decal (o aerografie o insomma quella roba li), a tutta macchina.

Need for Speed garage
Nel garage si può ovviamente customizzare la propria Sberlemobile.

Ma ora le buone notizie! In primis, una buona customizzazione a livello di tuning per un titolo molto arcade, con slider vari per cambiare assetto alla propria vettura e gomme diverse per drift e velocità. Altra nota positiva per il futuro è che verranno aggiunti i neon tramite aggiornamenti, a quanto pare. Nel mezzo, a parer mio, giacciono le auto, non sono tantissime e quelle che ho usato sono solo tre: la prima che ci viene affibbiata, poi una vettura Mustang di medio livello ed infine una lambo, dopodiché non ho più sentito il bisogno di cambiare. Un minimo di varietà viene data tramite le auto signature dei vari piloti professionisti presenti nel titolo, ma anche qui sia Nakai che Walker danno lo stesso modello di Porsche, che alla fine mi son trovato ad usare solo nelle gare ad esse assegnate. Tutto sommato non è male come livello di personalizzazione, dove lascia un po’ insoddisfatti è appunto la parte aerografie e zarrate, che non si spingono sufficientemente a fondo da risultare interessanti come nei vecchi capitoli Underground. La poca necessità di cambiare vettura rischia di far decadere presto la longevità del titolo.

Need for Speed drift
La nostro lambo arrogante, oltre ad essere sugoi, sa anche driftare.

Need for Gameplay

A livello di gameplay vi è una buona varietà di gare, le quali differiscono principalmente in drift e velocità, ma, come sottocategorie, comprendono un vasto repertorio composto anche di nuove entrate, come il drift train (modalità in cui bisogna collezionare punti derapando, ma rimanendo vicini al gruppo di macchine in corsa). Alle gare si accede tramite la mappa e si possono raggiungere direttamente, con il teletrasporto, oppure guidando nel setting open world di una Los Angeles rivisitata in chiave Ventura Bay. La città è visitabile in chiave notturna o crepuscolare, e mai di giorno, fattore che rende l’atmosfera simile a quella degli Underground, ma che comunque dona la sensazione che tutto avvenga durante una singola, lunga notte. Da notare che il gioco richiede una connessione costante, visto che nella propria partita ospiteremo altri giocatori. Idea interessante, ma anche scomoda per alcuni, che certamente va ad animare il mondo di gioco, finendo per pesare su chi è privo di una connessione stabile. Tramite questa feature possiamo sfidare in multiplayer i nostri ospiti. Oltre a ciò, potremo vedere i record dei nostri amici, nelle varie sfide visibili in mappa, e provare a batterli. Da specificare che il gioco verte su un sistema di level-up, ottenibili con i punteggi ottenuti nelle gare e divisi per varie discipline (le stesse rappresentate dai personaggi della storia). I livelli che otterremo nel gioco ci consentiranno di sbloccare potenziamenti per la nostra vettura, rendendola ancor più performante.

need for speed lambo4
In una nuvola di sgarbo schizziamo via con il nostro bolide verso il futuro.

Need for Conclusione

Ci sarebbe ancora molto altro da dire sul titolo EA e del team Ghost, ma per la sanità mentale mia e del lettore è giusto giungere ad una conclusione. Questo re-boot della serie è sicuramente un passo nella direzione giusta, la direzione che ha reso grande la serie e che ha appassionato migliaia di giocatori. È perfetto? No, ma nemmeno i capisaldi della serie lo erano. Riassumendo, una storia che si impegna ad essere ben fatta, ma risulta comunque un po’ debole e poco appassionante, Spike, buona customizzazione, ma un trattamento non applicato a tutto tondo, gameplay valido e vario, ma sempre online sono i tratti caratteristici di questo titolo. Ora io pero’ un consiglio mi sento di darlo: ma al posto di investire sul live action, perche’ non creare un personaggio fatto bene, ne basta uno, e farlo diventare il rivale del giocatore, boh uno che non so ti fa lo sgarbo brutto all’inizio tipo si ruba i cestini con il cibo alla Dan Harrow? e invece…
-Spike:”Yo bello!”
-Io (a Cathoderay): “Io se uno mi saluta cosi’ gli tiro schiaffi fino a quando non impara a parlare in maniera adeguata”.
Ah ovviamente a livello tecnico nulla da dire di significativo se non che la OST dei Need for Speed ha visto tempi migliori, quelli in cui Lil Jon & The eastside Boyz parlavano di twerking before it was cool…

NFS POLIPI

 

Rednek - Biografia

C'e' poco da dire, chi non sceglie Charmander come starter chiede arroganza, chi fa l'ingegnere su Guns of Icarus chiede arroganza, i programmatori di Asmandez pretendono che l'arroganza si abbatta su di loro. Non ho detto nulla di me stesso o forse, perche' mi arrogo il diritto di non farlo.

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