Pubblicato il 15/01/15 da Neko Polpo

M3 Simulator: stressa-metro

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Non è la prima volta che i videogiochi incontrano il mondo delle metropolitane: è successo di recente con Mini Metro, ora in Early Access su Steam, sviluppato da Dinosaur Polo Club, ma anche con Metro Simulator, titolo indipendente attualmente in beta.
Anche l’ATM, l’ente pubblico che gestisce i trasporti nell’area di Milano, ha deciso di proporre sul proprio sito un videogioco creato nel 2008 da Alberto Zanot, grafico e sviluppatore multimediale di Telecom, nonché autore del gioco sulla testata di Zidane a Materazzi e del più recente Euro Driver, il simulatore del treno Eurostar che copre la tratta Bologna-Milano. Si tratta di un titolo incentrato sulla metro, e in particolare sulla “meneghinalinea gialla, la M3.

L’esperimento è particolarmente interessante, e non solo perché si tratta di uno dei primi videogiochi proposti da una società pubblica italiana (anche se, stando a questo articolo, pare che ATM, all’inizio, non considerasse minimamente il progetto…). Non è questa la sede per un riepilogo esaustivo delle esperienze “simulative” susseguitesi nel mondo videoludico negli ultimi anni, data la quantità di giochi di cui si dovrebbe parlare. Ovviamente i punti di contatto che è più facile stabilire per il qui presente M3 Simulator sono quelli con opere quali i vari Train e Trainz Simulator, ma anche Train Fever e la “storica” serie di A-Train. In realtà, M3 è vicino anche a titoli come Bus Driver, Bus-SimulatorNew York Bus Simulator, OMSI 2 e Munich Bus Simulator, poiché si controlla un veicolo che va fermato correttamente nelle varie stazioni per caricare i passeggeri (tutto questo fa pensare al buon vecchio Crazy Taxi, pur con ritmi di gioco differenti, come avremo modo di notare).

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Crazy Taxi.

L’opera in flash di Zanot chiede al giocatore di gestire la velocità del convoglio e l’apertura delle porte, con tanto di allarme per segnalarne la chiusura. Il gioco è di fatto un “side-scroller” bidimensionale dall’interfaccia ben studiata ed intuitiva. Uno dei parametri che è bene non perdere mai di vista è quello relativo allo stress dei passeggeri: accelerare oltre la soglia massima o frenare in maniera troppo brusca, senza correggere rapidamente “il tiro”, significa andare incontro al game over per sopraggiunto limite di sopportazione dell’utenza. Sono presenti anche elementi di valutazione della “performance” che non impediscono di completare la partita e che vanno, però, ad influire sul punteggio finale (si tratta del ritardo accumulato, dei limiti di velocità superati e degli errori di manovra). Il tragitto, che parte dalla fermata Maciachini e arriva a S. Donato (l’ampliamento per Comasina è stato realizzato solo nel 2011, cioè dopo la pubblicazione del gioco), è costituito da tratti di lunghezza differente e caratterizzati da zone in cui non è possibile superare i 70 chilometri orari. Il ritmo di gioco è basato sulla durata reale del percorso, e anche la distanza tra le varie tappe è stata rispettata. Il risultato è un “tempo ludico” non dissimile da quello che è possibile apprezzare in altre simulazioni: è un tempo che accetta i momenti di “vuoto” e di pausa perché, nonostante l’impostazione più arcade di M3 Simulator, ci sono comunque attese, dettate dai normali tempi di percorrenza, tra una “meta” e l’altra.

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A tutto questo il gioco aggiunge un leggero tocco di “ansia”, soprattutto in corrispondenza delle fermate, perché frenare in ritardo implica il superamento della stazione (bisogna calcolare attentamente l’inerzia del mezzo) e, di conseguenza, la fine della partita (causa licenziamento? Di recente anche altre videogiochi hanno fatto coincidere “dimissioni forzate” e game over, si pensi al mitico Viscera Cleanup Detail). A questo stato di tensione contribuiscono anche la colonna sonora “ambientale” (che ricorda la soundtrack di Oddworld: Abe’s Oddysee), costituita da una nota bassa “tenuta”, e i vari effetti sonori, come le grida di disapprovazione dei passeggeri e il rumore ritmico del convoglio. Effetti sonori registrati dall’autore con un cellulare, utilizzato dallo sviluppatore anche per “rubare” le varie fotografie di persone, strutture e veicoli (scattate di nascosto, a causa di un divieto imposto dall’ATM), che costituiscono la grafica del gioco.

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In definitiva, M3 Simulator è un gioco dimenticato, curioso e di sicuro interesse per gli appassionati di simulazioni videoludiche (e non solo). Per non parlare della funzione sociale dei simulatori, che portano ad accettare e ad apprezzare ogni mestiere, (ri)scoprendone i lati ludici e creando un fertile dialogo tra gioco e lavoro. Se volete giocarlo, lo trovate in questa pagina.

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