Pubblicato il 12/03/16 da Neko Polpo

Dungelot: Shattered Lands – Dungeon fiorito

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In una generazione fatta di ibridi tra generi videoludici, sono sempre più numerosi gli sviluppatori che aspirano all’innovazione attingendo a piene mani da quanto consacrato in passato e rimescolando le carte in tavola in modo che persino elementi ormai triti e ritriti riescano a regalare freschezza. Questa dev’essere stata l’intenzione anche dei ragazzi di Red Winter Software, i quali han saputo prendere il senso di assuefazione e la sfida regalati dai roguelike, per poi miscelarli sapientemente con l’immediatezza di quel campo minato (o fiorito, dipende se siete pacifisti o meno) che tante ore ci ha fatto perdere sui vecchi sistemi operativi di casa Microsoft.
Dungelot: Shattered Lands vuole essere proprio questo: un giochino disimpegnato capace di far passare al giocatore quei dieci minuti o più di divertimento, attraverso un gameplay alquanto semplicistico ma allo stesso tempo profondo e variegato.

Incoraggiante.
Incoraggiante.

Avviata una nuova partita, ci verrà chiesto di scegliere una tra le quattro classi disponibili (inizialmente solo il guerriero è selezionabile) e partire così all’avventura in un dungeon generato casualmente, in cui ogni piano corrisponde ad una griglia composta da caselle cliccabili al fine di trovare la chiave e salire al successivo.
Non essendoci alcuna mina o quasi, premere nel punto sbagliato corrisponderà all’innesco di una trappola o all’apparizione di un nemico: nel secondo caso si attiverà l’essenzialissimo combat system del gioco, ossia cliccare sugli avversari per attaccarli previo un colpo da parte loro. Su questa semplice base ruota tutto il sistema di sopravvivenza, poiché ogni mostro ha proprie statistiche ed abilità passive, conferendo ad ogni attacco ricevuto una buona probabilità di ridurre il valore d’armatura, che una volta azzerato metterà a rischio i punti vita del personaggio.

Ogni tanto si attiveranno eventi bonus come questo.
Ogni tanto si attiveranno eventi bonus come questo.

Aver a che fare contemporaneamente con uno scheletro arciere che attacca ad ogni click, uno slime che può colpire tutti se bombardato e diversi zombie che diventano più forti ad ogni nemico ucciso, magari trovandosi a corto di cibo ed abilità (entrambi ottenibili scoprendo caselle), è tutt’altro che una situazione idilliaca e ciò porta a spremere le meningi pur di andare avanti, mitigando l’altra metà del gameplay che si basa totalmente sulla fortuna.
È possibile infatti ignorare bellamente gli scontri e, salvo casi specifici come le battaglie coi boss od alcuni tranelli particolarmente rognosi, una volta trovata la chiave nulla vieta di passare al livello successivo, rinunciando però a buona parte di denaro ed esperienza, elementi essenziali per potenziare la classe scelta e sopravvivere così agli stage più ostici nel caso si decida di ripulirli dalle infauste creature per beccarsi il bonus.

Le scelte influiscono sul morale e quindi sulla probabilità di colpire.
Le scelte influiscono sul morale e quindi sulla probabilità di colpire.

In definitiva, Dungelot: Shattered Lands è un’esperienza più adatta al mobile che al gaming su PC, ma che risulta comunque un discreto passatempo indipendentemente dalla piattaforma su cui lo si gioca.
Un comparto audiovisivo godibile ma non eccezionale, un design non originalissimo e la forse eccessiva semplicità in alcune meccaniche, lo rendono un acquisto obbligato (9,99€) solo per chi cerca un roguelike spensierato e leggero senza particolari pretese. Per tutti gli altri, c’è Darkest Dungeon.

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  • Divertente per un po' ma...

 

  • ...stufa in fretta

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