Pubblicato il 06/05/17 da Neko Polpo

A Rose in the Twilight – Every rose has its thorns…

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Ah, la PlayStation Vita, croce e delizia degli early adopters…. Perché come ben sappiamo la console portatile di Sony, erede di PSP, ha tendenzialmente tradito tutti coloro che hanno creduto in lei. O almeno questa è la convinzione generale del grande pubblico: infatti, PSVita è una macchina potentissima (per essere portatile) con un parco titoli striminzito composto unicamente di quei 4-5 capolavori first party. Quanta poca verità in quest’accezione.
Quante gioie ha saputo dare negli anni a chi ha trovato il modo di informarsi, spulciare siti e blog e soprattutto controllare periodicamente il PSStore, soprattutto nella sezione Indie.
Eh già, perché il boom che i giochi indipendenti hanno visto negli ultimi anni si è, immancabilmente, riflesso anche sullo store di PSVita, portandoci un sacco di titoli interessanti già presenti su PC o PS4 e addirittura alcuni hanno anche visto la release fisica grazie a fenomeni come Limited Run Games.
Una delle software house che ha continuato imperterrita a supportare questa piccola scatola delle meraviglie è Nippon Ichi Software: insieme alle sue controparti Americana ed Europea, ha infatti sfornato tantissimi titoli per PSVita, in barba a chi la dava per morta.
E continua ancora, anche dopo l’ufficiale interruzione del supporto della console anche da parte di Sony stessa, insieme a tante colleghe più o meno grandi, indipendenti o meno.
E così, dopo giochi come Danganrompa, Yomawari: Night AlonehtoL#NiQ: The Firefly Diary, Psycho-Pass, Grand Kingdom e tanti altri, ecco arrivare anche questa piccola opera senza pretese ma in grado di arricchire ulteriormente la libreria della portatile di Sony.

Tutto ciò che è rosso può essere manipolato dalla piccola Rose grazie alla sua maledizione.

A Rose in the Twilight è l’ennesimo gioco dark-chibi che riprende le atmosfere dei succitati Yomawari e Firefly Diary e vedrà il giocatore vestire i panni della piccola Rose, sola e intrappolata in un castello in rovina pieno di orrori: cadaveri e sangue sono ovunque, macerie e e detriti le bloccano la strada e letali imponenti rovi hanno ghermito l’intera costruzione.
Con timidi saltini, inciampando e camminando, la nostra sarà però in grado di utilizzare un potere unico: sulla sua schiena si trova infatti una rosa bianca in grado di risucchiare la linfa vitale, il sangue, da esseri e oggetti. Privandoli di tale essenza Rose potrà bloccare nel tempo i bersagli di tale potere, sospendendo a mezz’aria una lastra di marmo in caduta libera o fermando temporaneamente il ciclo vitale di un essere che la insegue.
Ma allo stesso modo potrà riversare tale energia così acquisita in nuovi contenitori, riportando in vita piante carnivore, attivando meccanismi e, ancora più importante, riportando in vita il suo più grande amico (dopo i primi minuti di gioco): sarà nelle profondità delle prigioni che infatti si imbatterà in una statua sferica che, una volta animata, diventerà un gigante di roccia che potremo controllare liberamente.

Nel maniero in rovina Rose si imbatterà nei resti degli abitanti del castello, e assorbendone il sangue potrà ricostruire la sua storia, tramite i loro ricordi…

Tutto il gioco infatti sarà un lungo (ma non troppo) susseguirsi di stanze, corridoi e torri all’interno dei quali risolvere enigmi con le abilità combinate dei due, alternando il controllo con i tasti laterali di PSVita. Se Rose potrà usare la sua abilità per animare cose ed esseri, il golem invece sarà immune ai danni fisici e potrà cadere da qualsiasi altezza, potrà attraversare i percorsi bloccati dai rovi e sollevare e lanciare oggetti, Rose compresa, per trasportarla.
Per superare ogni schermata dovremo essere in grado di raggiungere l’uscita con entrambi i nostri “eroi”, assistendo nel frattempo a crudeli e morbosi momenti di violenza perpetrata sulla piccola Rose, che anche solo per sbloccare alcune aree dovrà pagare con il suo sangue, morendo e rinascendo dall’ultimo save point superato.
In un susseguirsi di trial and error a volte frustrante non tanto per la difficoltà degli enigmi stessi ma piuttosto per la loro esecuzione pratica vittima di una giocabilità non altissima, aiuteremo la piccola a trovare la strada verso l’uscita del castello infestato, dove alcune specifiche macchie di sangue costituiranno parte della sua memoria e di coloro che abitavano il maniero.
Imbattersi nel cadavere di una delle guardie infatti potrà sbloccare un breve filmato in cui ci verrà mostrato come si era relazionato con quella bimba “speciale” prima che la maledizione si abbattesse sul regno.

… mentre a volte dovrà sacrificarsi e versare il suo sangue per proseguire nell’esplorazione del castello.

Tutto qui. Davvero, A Rose in the Twilight è una piccola poesiola dark che può valer la pena acquistare se siete fan del genere o se cercate un giochino poco impegnativo per PSVita, ma nulla di più. Lo finirete in una manciata di ore, allungando l’esperienza solo se vorrete trovare tutti i frammenti di memoria e gli altri pochi collectible, a volte maledicendo i controlli non proprio affinati del gioco che vi faranno riprendere dall’ultimo check point.
L’atmosfera è piacevole, i pochi personaggi abbastanza caratterizzati da non essere dei gusci vuoti e la “scrittura” (che prevede davvero pochissimo testo su schermo ma molte scene solo animate) funziona abbastanza da incuriosire man mano che scoprirete nuovi tasselli della memoria di Rose.
Quindi funziona quasi tutto bene, ma anche sommando le varie parti in causa, non siamo di fronte ad un must, anzi.
A Rose in the Twilight è un titolo per pochi estimatori del genere tra i già pochi possessori di PSVita, che però val la pena acquistare per dimostrare quanto la portatile Sony sia ancora amata dai suoi fan.

ATMOSFERA

  • Buona atmosfera
  • Intrigante

 

  • Basilare
  • Gameplay impreciso

NekoPolpo - Biografia

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